Mezzanotte del 24 febbraio. Fragoroso silenzio dalla Libia.
Tutte le All News satellitari che nei giorni di piazza Tahrir trasmettevano in diretta ogni minimo sviluppo dell’insurrezione, adesso si barcamenano coi commenti di osservatori che non sanno tanto bene cosa commentare, con le reazioni del resto del mondo a eventi che nessuno conosce chiaramente, con brandelli di filmati, di foto, di notizie ricavate per telefono o da fuggiaschi ai confini di Egitto e Tunisia.
Tutte le All News satellitari che nei giorni di piazza Tahrir trasmettevano in diretta ogni minimo sviluppo dell’insurrezione, adesso si barcamenano coi commenti di osservatori che non sanno tanto bene cosa commentare, con le reazioni del resto del mondo a eventi che nessuno conosce chiaramente, con brandelli di filmati, di foto, di notizie ricavate per telefono o da fuggiaschi ai confini di Egitto e Tunisia.
Il regime si sta impegnando in uno sforzo titanico per bloccare tutte le comunicazioni con l’esterno, non solo escludendo i giornalisti, ma paralizzando a macchia di leopardo internet, telefoni e perfino le comunicazioni satellitari.
Allo stato attuale delle cose, risulta che tutta la Cirenaica è in mano agli insorti, che hanno con sé i militari che non si sono ritirati. Sembra che per tutta la giornata di giovedì ci siano stati scontri in diverse città intorno a Tripoli, soprattutto al-Zawiya e Misurata, mentre nella capitale è stato un giorno di calma spettrale, con pochi negozi aperti e quasi nessuno per le strade, pattugliate dai carri armati. La gente, dicono, ha paura, dopo il terribile discorso di Gheddafi due giorni fa. Il suo intervento telefonico trasmesso oggi dalla TV di stato ha avuto un altro tono, ma non aggiunge nulla di nuovo. Si è confermato un lunatico farneticante, che accusa a un tempo Bin Laden, gli Stati Uniti e gli allucinogeni.
Che fine farà? Ho sentito su Bloomberg John Negroponte dirsi certo che Gheddafi cadrà prima o poi, ma molto incerto su quanto tempo ci vorrà. “Quanto tempo ha tenuto duro Noriega prima di cadere?” ha detto. Il paragone è completamente fuori luogo. Noriega non era un Gheddafi e non aveva intorno un’America Latina in fiamme, scatenata alla caccia dei tiranni.
Gheddafi è perduto, e ne è consapevole. Assediato dal suo stesso popolo, abbandonato dai suoi ministri e funzionari, messo all’indice dalle genti e dai governi del mondo intero, il despota ha le ore contate. Disse una volta Berlusconi: “Io ho un temperamento eroico”. E’ vero. E’ lo stesso temperamento di Gheddafi. Non è un complimento, è anche lo stesso di Hitler. L’uomo venderà cara la pelle, ma è destinato a soccombere.
Nessun commento:
Posta un commento