sabato 30 ottobre 2010
No comment
Mi scuso ancora con tutti quelli che hanno inserito commenti che vanno persi. La funzione continua a non funzionare. I lavori per rimediare sono in corso.
Realismo nonviolento
Un'intervista di Paolo Arena e Marco Graziotti, pubblicata sul quotidiano telematico "Telegrammi della nonviolenza in cammino", n. 357 del 28 ottobre 2010, reperibile al sito http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ una torrenziale risorsa di informazione e riflessione sui temi della nonviolenza. Riporto quel testo con qualche lieve modifica.
Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
venerdì 29 ottobre 2010
Il cappio
Dice Maynard:
Fini ha messo il cappio al collo a Berlusconi. Per tirarlo, aspetta solo il momento in cui sarà certo del risultato.
Fini ha messo il cappio al collo a Berlusconi. Per tirarlo, aspetta solo il momento in cui sarà certo del risultato.
mercoledì 27 ottobre 2010
Non senso unico
Mi scuso con i numerosi amici e visitatori che hanno tentato di inserire un commento e non ci sono riusciti, magari seguendo le ottimistiche istruzioni che avevo scritto sulla fascia destra. La colpa è tutta mia: non mi ero accorto che bisognava modificare le impostazioni di default di Google in materia di accesso ai commenti, che lo limitavano ai soli registrati.
Adesso il problema dovrebbe essere risolto e spero che non ne nascano altri. Perché, a differenza di Berlusconi, non sono un fan della comunicazione a senso unico.
Adesso il problema dovrebbe essere risolto e spero che non ne nascano altri. Perché, a differenza di Berlusconi, non sono un fan della comunicazione a senso unico.
L'unico dubbio
Io non ho dubbi che la fine di tutte le guerre stia scritta nel nostro futuro. L'unico dubbio è se ci arriveremo prima o dopo la terza conflagrazione mondiale.
martedì 26 ottobre 2010
L'inaspettata epifania del daino
Intorno a casa mia, a soli due chilometri dal paese, è tutto un pullulare di animali selvatici. Scoiattoli, cinghiali, lepri, volpi, donnole, istrici, tassi, caprioli. Alcuni si affacciano alla porta di casa. Una volta, in giardino, ho fissato negli occhi un capriolo per tredici minuti d'orologio. Posso giurare che è un'eternità, se ti fissa negli occhi un capriolo.
domenica 24 ottobre 2010
Ancora: il disegno politico di Silvio Berlusconi.
Ritorno ancora sullo sbaglio del grande Travaglio, di cui al post del 17 ottobre, se non altro perché Berlusconi ci ha insegnato che dire le cose è inutile se non si provvede a ripeterle.
Sostenevo che Berlusconi ha un nitido disegno politico, che va molto al di là della difesa dei suoi personali interessi. La sua è un'idea dello stato. E' un'idea che, certamente a sua insaputa, non è altro che una reincarnazione post-moderna di quella di Filmer, che nel Seicento inglese, nel secolo trafitto dai raggi abbaglianti dell'aurora del sogno democratico, difendeva fino all'ultimo sangue il monarca di diritto divino.
Dunque ripeto: il progetto di Berlusconi è quello di concentrare tutti i poteri nelle mani di un esecutivo che, attraverso il controllo dei media, anziché con la limitazione dei diritti, garantisce l'indefinita perpetuazione politica di se stesso e dei propri propositi.
Sostenevo che Berlusconi ha un nitido disegno politico, che va molto al di là della difesa dei suoi personali interessi. La sua è un'idea dello stato. E' un'idea che, certamente a sua insaputa, non è altro che una reincarnazione post-moderna di quella di Filmer, che nel Seicento inglese, nel secolo trafitto dai raggi abbaglianti dell'aurora del sogno democratico, difendeva fino all'ultimo sangue il monarca di diritto divino.
Dunque ripeto: il progetto di Berlusconi è quello di concentrare tutti i poteri nelle mani di un esecutivo che, attraverso il controllo dei media, anziché con la limitazione dei diritti, garantisce l'indefinita perpetuazione politica di se stesso e dei propri propositi.
sabato 23 ottobre 2010
Come si mette un commento?
Basta cliccare sulla scritta che dice "X commenti" alla fine di ogni post. Così si arriva alla pagina del post e si vedono anche gli altri eventuali commenti. Ci si arriva anche cliccando sul titolo del post.
Diversabili
Nella stessa intervista di cui parlo qui sotto, Vendola ha esordito con un discorso che non ho molto apprezzato, in cui parlava dei "diversabili". Politicamente corretto?
I "diversamente abili". Io ho una figlia disabile. Un'amatissima figlia disabile, che è anche diversamente abile, perché è capace di cose che non sono accessibili ai più. Del resto anch'io sono diversamente abile, per esempio so usare la motosega e la tastiera con quasi uguale familiarità. Anche Shakespeare era diversamente abile, mica tutti sanno usare le parole come lui. Ma quando dico che Maddalena è disabile, io non voglio parlare di questo, voglio parlare di una cosa seria, che desidero sia presa sul serio. Parlo delle cose che lei non sa fare: usare il coltello, allacciarsi le scarpe, disegnare un quadrato, conquistare un ragazzo, parlare. E' inutile fingere che queste siano diverse abilità: sono un dramma, un'assenza terribile, fanno parte dell'errore del creato. Esiste il Male. E' inutile chiamarlo il Diverbene. E' una menzogna. Non è con questo che lo redimiamo.
I "diversamente abili". Io ho una figlia disabile. Un'amatissima figlia disabile, che è anche diversamente abile, perché è capace di cose che non sono accessibili ai più. Del resto anch'io sono diversamente abile, per esempio so usare la motosega e la tastiera con quasi uguale familiarità. Anche Shakespeare era diversamente abile, mica tutti sanno usare le parole come lui. Ma quando dico che Maddalena è disabile, io non voglio parlare di questo, voglio parlare di una cosa seria, che desidero sia presa sul serio. Parlo delle cose che lei non sa fare: usare il coltello, allacciarsi le scarpe, disegnare un quadrato, conquistare un ragazzo, parlare. E' inutile fingere che queste siano diverse abilità: sono un dramma, un'assenza terribile, fanno parte dell'errore del creato. Esiste il Male. E' inutile chiamarlo il Diverbene. E' una menzogna. Non è con questo che lo redimiamo.
venerdì 22 ottobre 2010
Là dove l'erba trema
Io sono un filo d'erba.
Un filo d'erba che trema.
E la mia Patria è
là dove l'erba trema.
Ho appena sentito questi versi di Rocco Scotellaro ripetuti in questa forma (la versificazione non è identica all'originale) da Nicki Vendola, intervistato su RaiNews24 dal direttore Corradino Mineo, un mio vecchio compagno di adolescenza che credo di poter considerare ancora un amico anche se non lo sento mai.
Un filo d'erba che trema.
E la mia Patria è
là dove l'erba trema.
Ho appena sentito questi versi di Rocco Scotellaro ripetuti in questa forma (la versificazione non è identica all'originale) da Nicki Vendola, intervistato su RaiNews24 dal direttore Corradino Mineo, un mio vecchio compagno di adolescenza che credo di poter considerare ancora un amico anche se non lo sento mai.
domenica 17 ottobre 2010
Lo sbaglio del grande Travaglio e il sussurro di John Turturro
Ieri sono andato a sentire Marco Travaglio. Era al Convegno "Società e stato nell'era del Berlusconismo", organizzato da Libertà e Giustizia, una pregevole iniziativa, per la quale rimando al sito http://www.libertaegiustizia.it/ che la documenta tutta. Moderava Paul Ginsborg, nella cui casa di Via dei Serragli ho trascorso tante serate di vivaci e disciplinatissime discussioni ai tempi del Laboratorio per la Democrazia, quello dei "professori di Firenze". Il pubblico era vasto e gli oratori fra le migliori menti dello schieramento che non sopporta Berlusconi.
Fra questi, appunto, Travaglio. Io ho una grandissima considerazione per quest'uomo, che non soltanto è una delle intelligenze più brillanti sulla scena politica italiana, ma ha anche, come tutti sappiamo, rare capacità di comunicazione, alquanto più alte, direi, di quelle del presunto "grande comunicatore" che gli è avverso.
Ma ieri Travaglio ha esordito dicendo una cosa davvero sbagliatissima.
Fra questi, appunto, Travaglio. Io ho una grandissima considerazione per quest'uomo, che non soltanto è una delle intelligenze più brillanti sulla scena politica italiana, ma ha anche, come tutti sappiamo, rare capacità di comunicazione, alquanto più alte, direi, di quelle del presunto "grande comunicatore" che gli è avverso.
Ma ieri Travaglio ha esordito dicendo una cosa davvero sbagliatissima.
Dipende
Vignetta di Virus sull'Unità di ieri: "Per il PD è il momento di dire un secco e deciso dipende"
mercoledì 13 ottobre 2010
Darkness
"Darkness is good for the soul", mi disse Naveed Iqbal il 24 settembre del 2006, sotto le stelle della nostra galassia che sembravano in cielo un'alluvione, non una vaga ombra come qui.
sabato 2 ottobre 2010
Legge elettorale: una soluzione con un pregio raro
Dopo il recente voto di fiducia, che ha sancito la posizione determinante del gruppo di Fini alla Camera, un prossimo ricorso alle urne appare ormai un'eventualità più che probabile. Il guaio è che non si vede con quale legge elettorale andare al voto.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che votare con la legge attuale non è fra le opzioni possibili. E questo per due ragioni pesanti come macigni. In primis, votare ancora una volta a liste bloccate sarebbe percepito dalla stragrande maggioranza degli italiani come un autentico sfregio alla democrazia, con tutte le conseguenze che questo comporta. In secondo luogo, cosa ancor più grave, la legge attuale ha la curiosa caratteristica, veramente esiziale in un sistema a bicameralismo perfetto, di non garantire la presenza della stessa maggioranza in entrambe le camere. Se per due volte la sorte ci ha salvati, e per un soffio, dalla calamità delle maggioranze divergenti, non è certo il caso di sfidarla un'altra volta.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che votare con la legge attuale non è fra le opzioni possibili. E questo per due ragioni pesanti come macigni. In primis, votare ancora una volta a liste bloccate sarebbe percepito dalla stragrande maggioranza degli italiani come un autentico sfregio alla democrazia, con tutte le conseguenze che questo comporta. In secondo luogo, cosa ancor più grave, la legge attuale ha la curiosa caratteristica, veramente esiziale in un sistema a bicameralismo perfetto, di non garantire la presenza della stessa maggioranza in entrambe le camere. Se per due volte la sorte ci ha salvati, e per un soffio, dalla calamità delle maggioranze divergenti, non è certo il caso di sfidarla un'altra volta.
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