domenica 30 gennaio 2011

Conoscenza

Le erbe
si conoscono
estirpandole.

Si estirpano
le erbe
conoscendole!

Rivoluzione in corso in quest'istante

There's a battle outside and t's raging
I'll soon shake your windows an' rattle your walls
Bob Dylan

In quest'istante c'è Piazza Tahrir, al Cairo, affollata da migliaia di persone che sfidano il coprifuoco nel cuore della capitale d'Egitto. Poco fa, aerei da guerra sfrecciavano sopra la piazza a bassissima quota, assordando le corrispondenze televisive, mentre al-Jaazirah denunciava il tentativo di metterla a tacere, frenetiche manovre si intrecciavano tra governo e vertici militari, e el-Baradei parlava alla folla con un megafono. Non è una rivolta, non è una ribellione. Questa è un'autentica rivoluzione. Di più: è una rivoluzione democratica.

Se lo faranno, Berlusconi è perduto - un'analisi della transizione italiana

Mentre infuria la seconda ondata del caso Ruby e le elezioni tornano ad affacciarsi al prossimo orizzonte, è ora finalmente di adempiere alla promessa dell’ultimo post e ricapitolare l’argomentazione fin qui svolta sulla natura del berlusconismo e le indicazioni che possiamo derivare da questa analisi in merito alle scelte che si prospettano all’opposizione. Siamo ad un crocevia senza ritorno e c'è da scegliere la strada giusta.
Ho sostenuto (nei post del 17 e 24 ottobre) che Berlusconi coltiva un progetto neo-autoritario di concentrazione del potere, che non è compatibile con la democrazia in quanto tale. Ritengo che abbia coltivato questo progetto fin da quando è asceso in politica, anzi da ancor prima di allora.
Il contenuto di questo disegno è sintetizzabile in poche parole (vedi post dell’8 gennaio): assoggettare al controllo del governo tutti i centri di potere, istituzionali ed extra-istituzionali, che siano in grado di limitare la potestà d’imperio dell’esecutivo, potere giudiziario e potere mediatico in primo luogo.
Ho argomentato che la parabola del berlusconismo non è il frutto occasionale di una vicenda personale vissuta ai limiti della legalità, ma di un disegno strategico ispirato ad una precisa concezione del potere e dotato di una precisa linea politica.
Questa linea politica non è di centro, ma profondamente di destra (v. post 24.11). E’ di destra non tanto per le scelte in campo economico o nelle altre sfere dell’attività politica corrente, che, considerato l’attuale quadro internazionale, rientrano per lo più nella norma dei governi conservatori. E’ di destra, anzi di estrema destra, per il suo orientamento in campo istituzionale, indirizzato verso l’autoritarismo e l’autocrazia in modi che non hanno uguali in Occidente e nelle democrazie in generale. Su questo piano il berlusconismo non è una peculiare forma di conservatorismo, ma una nuova forma di estremismo (post 18.12). Una estrema destra post-industriale che non ostenta il volto maschio e implacabile delle autocrazie del primo Novecento, ma quello seducente e un po’ femmineo della fascinazione televisiva.
Se la propaganda fascista era tutta orientata verso il versante maschile della mente, coltivava la violenza e misurava il suo successo dalla capacità di arruolare uomini, quella berlusconiana privilegia piuttosto il versante femminile, pretende di condannare la violenza e conta fra i suoi imperativi quello di sedurre le donne (già…), che nel frattempo sono diventate elettrici.

sabato 8 gennaio 2011

Sull'estremismo di Silvio Berlusconi: un passo indietro al 2003

Dopo questa lunga interruzione, riprendiamo l’analisi che siamo andati sviluppando in questo blog sul berlusconismo e l’attuale situazione politica italiana.
Nel prossimo post presenteremo una ricapitolazione sistematica dell’argomentazione svolta finora e delle conclusioni  a cui questa conduce in merito alle scelte sul prossimo futuro.
Come premessa a questa ricapitolazione, ripropongo qui sotto il breve documento “Dieci tesi in materia di giustizia, libertà e democrazia” che lo scrivente fece circolare nel 2003 all’interno del Laboratorio per la Democrazia, il gruppo dei “professori di Firenze” animato all’epoca da Paul Ginsborg e Pancho Pardi. Il contenuto di questo documento è in massima parte ancor oggi valido, rilevante e, purtroppo, tutt’altro che scontato.

martedì 4 gennaio 2011

Il blog è entrato in lutto - per Pablo Stagge, 1989-2010

Il blog è entrato in lutto, e non ne è uscito per settimane.
E’ entrato in lutto perché è morto Pablo,
che aveva appena fatto ventun’anni.
Pablo è figlio di Achim e di Silva,
due spiriti gitani che fanno parte del mito
di un mitico borgo dell’Alta Maremma.

E’ morto in modo avventuroso e raro,
per un sentiero in Himachal Padresh,
precipitando a picco in un burrone.