mercoledì 24 novembre 2010

Arrampicate

Per solidarizzare con gli studenti che protestano, Bersani è salito sul tetto della Facoltà di Architettura a Roma. Bisogna riconoscerlo: è meglio quando si arrampica sui tetti, che quando si arrampica sugli specchi.

Più a destra di lui

Ieri Bersani per radio. Costretto a rispondere ad un ascoltatore ottenebrato di bonaiutitudini, che lo accusava di fare solo antiberlusconismo. Dopo avere, con grande pazienza, richiamato tutte le manifestazioni di volenteroso propositivismo di cui il suo partito è stato sempre capace, è sbottato:

Problem

Says Maynard:
The problem is not Ireland, it's the markets.

sabato 20 novembre 2010

Favolificio al tramonto?

Non credo che Augusto Minzolini si vergogni di aver fatto del TG1 un favolificio a martello. Ma forse comincia a temere per il suo futuro, perché ultimamente lo vedo un po' meno sfacciato. Ieri, per esempio, si è visto un miracolo.

giovedì 18 novembre 2010

Il cappio - 2

Dice Maynard:
Fini ha tirato il cappio al collo di Berlusconi. Senza esser certo del risultato?

Minoranza oggi, maggioranza mai

Ancora una volta Repubblica manda in macchina un articolo importante che riguarda proprio le cose di cui stavo scrivendo in questo blog nel momento in cui l'articolo era in macchina.

Ma siamo sicuri che la maggioranza degli italiani stia con Silvio Berlusconi?

Domenica scorsa il nostro amato cavaliere è tornato ad annunciarci che "il 60 per cento degli italiani sta con Silvio Berlusconi". L'affermazione, ripetuta per l'ennesima volta, è tanto sorprendente quanto lo è il caparbio silenzio su questo punto dei suoi avversari, che, evidentemente, sono tanto convinti della sua verità che li si trova assai più spesso a dibattere il perché del fenomeno piuttosto che a metterlo in dubbio. Eppure il fenomeno non c'è.

giovedì 11 novembre 2010

Chapeau! 2

E chapeau anche a Giuseppe D'Avanzo che, con la sua investigazione e narrazione del caso Ruby, ha fatto davvero, stavolta, un lavoro di alto giornalismo.

Chapeau!

Chapeau ad Annamaria Fiorillo, sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Milano, che oggi ha preso la parola per denunciare la menzogna di Maroni in parlamento e appellarsi al CSM. "Altrimenti, ha detto, non potrei più guardarmi in faccia". Fortunato il paese che ha bisogno di eroi, se al bisogno li trova.

mercoledì 10 novembre 2010

Io credo che Maroni si vergogni

Io credo che Maroni si vergogni di quanto ha riferito oggi in parlamento in merito "ai fatti che hanno riguardato la questura di Milano il 27 e 28 maggio scorsi".
Credo che si vergogni perché, non essendo un idiota né un brigante, non può non rendersi conto che la sua minuziosa e pressoché veritiera ricostruzione dei fatti ha omesso tutto ciò che aveva rilevanza dal punto di vista politico, giuridico, morale e forse anche penale.

domenica 7 novembre 2010

Shine, perishing republic


While this America settles in the mould of its vulgarity, heavily thickening to empire, 


And protest, only a bubble in the molten mass, pops and sighs out, and the mass hardens,


sabato 6 novembre 2010

Meglio fare silenzio che far danno?

Io non sono fra quelli che sostengono che la principale ragione per opporsi a Berlusconi sia la sua incapacità di governare. Se anche governasse benissimo, andrebbe malissimo lo stesso, per le altre ragioni che ho già detto. Per di più, non sono nemmeno così certo che le scelte del suo governo in materia di politica economica o di politica estera siano tanto tanto peggiori di quelle che avrebbe fatto il "centrosinistra". Ma questo è quanto sostiene a spada tratta il PD.
Dunque è sorprendente, e sintomo inquietante di incapacità comunicativa, che l'opposizione abbia praticamente ignorato una notiziola che Repubblica (complimenti!) relegava in tredicesima pagina lo scorso 29 ottobre.

martedì 2 novembre 2010

La paix d'abord - La diplomazia della tazza da tè

Ricevo da Georges Lefeuvre, antropologo e analista di questioni afghano-pakistane, questa lettera d'accompagnamento ad un suo articolo pubblicato su Le Monde Diplomatique di ottobre 2010, pp. 8-9.

Cher(e)s Ami(e)s
Au cas où certains d'entre vous ne l'auraient pas vu passer (1000 excuses pour ceux qui l'ont déjà lu !), je vous passe en pièce jointe (format pdf) l'analyse que j'avais écrite pour Le Monde Diplomatique qui l'a publiée dans son édition d'octobre.
Je dois dire que cette publication a été suivie de réactions positives tant il est vrai que les pays engagés sur la scène afghane sont à la fois en difficulté et en panne d'idées. J'essaie seulement et d'abord d'expliquer

L'emblematica ironia del caso Ruby

Sarebbe ironico se Berlusconi finisse per cadere proprio a causa dell’affare Ruby. Sarebbe ironico perché è un episodio di portata pressoché insignificante rispetto a tutti gli altri misfatti compiuti dall’uomo. Ma sarebbe emblematico perché l’incidente è una perfetta metonimia del berlusconismo. E’ il caso particolare che contiene in sé tutti gli elementi di quello generale. La menzogna e l’inganno. Lo sprezzo per lo stato di diritto e il rifiuto della supremazia della legge. L’oltraggio alla separazione dei poteri. Lo sfregio al principio di uguaglianza. L’uso dei media per seppellire tutto.

L'abbaglio di Travaglio e la mancanza dell'alleanza

           Torno a insistere sull’abbaglio di Travaglio di cui ai post del 17 e del 24 ottobre, perché l’argomento è tutt’altro che secondario ed è gravido di conseguenze politiche.  
            Ripartiamo da capo. I pericoli derivanti dalla posizione di Silvio Berlusconi come magnate televisivo sono di almeno tre ordini, e tutti e tre si darebbero anche in assenza delle sue violazioni della legge penale e delle conseguenti vicende giudiziarie. Li chiamerò sinteticamente: 1) il (quasi) monopolio televisivo privato; 2) l’attacco alla separazione dei poteri; 3) il conflitto d’interessi, che è il meno pericoloso di tutti.