Lo ha detto Prodi, è doveroso. E poi
lo ha detto pure mio fratello. A due giorni dal voto non posso fare a
meno di rendere noto al colto e all'inclita che cosa farò al
referendum. Ebbene, sì: voterò no.
Ma niente paura: non mi lancerò in
un'ennesima analisi sui pro e i contro degli allegri viaggi a Roma
dei consiglieri-senatori, dei tortuosi quorum per le elezioni
presidenziali, dei travagli delle firme per future petizioni
popolari, dei prosastici misteri dell'articolo 70 o le tenebrose
prescrizioni del 117. Dirò solo, e brevemente, quattro cose, cioè
esattamente due più due.