Che il papa si permetta di ricevere
tutti insieme, e in pieno Vaticano, una banda di personaggi come
Vandana Shiva, Ignacio Ramonet di Le Monde Diplomatique,
Pepe Mujicas, audace ex-presidente dell'Uruguay, Joao Pedro Stedile dei Sem Terra, e fra gli italiani,
un ribelle di mestiere come Vittorio Agnoletto, un prete ribelle come
Luigi Ciotti, un sindaco ribelle come Renato Accorinti, dovrebbe
essere di per sé una notizia da prima pagina in qualsiasi paese che
goda piena libertà di stampa. Non in Italia.
Dal 2 al 4 novembre, circa duecento
esponenti di movimenti di sessanta paesi, tutti più o meno derivati
dal moto “neo-global” dei primi anni Duemila, hanno animato in
Vaticano incontri e seminari, producendo diversi documenti. Poi il 5
novembre, si sono aggiunte oltre tremila persone che hanno ascoltato
il discorso di chiusura del papa.
Insomma, una solenne assise mondiale,
non qualche innocua chiacchierata a quattr'occhi. Che i media, quasi
all'unisono, siano riusciti a far passare inosservato un evento
simile, è per lo meno inquietante: c'è da chiedersi quali siano e
come funzionino i meccanismi di censura che riescono a mettere in
ombra perfino a un personaggio di rilievo mondiale come il vescovo di
Roma. Se pensiamo soltanto alla grancassa con cui il TG1-TelePapa
accompagnava in passato anche il minimo starnuto di certi papi, non
si può non restare stupiti. Quello che dobbiamo dedurre da questo
episodio è che questi meccanismi di censura esistono, sono
potentissimi e condizionano pesantemente il diritto all'informazione
in Italia.
Che cosa aveva detto il papa per
suscitare questa reazione?
Ebbene, sì, aveva detto qualcosa di
sovversivo. Rivolto a questa assemblea di ribelli, aveva parlato
della “necessità di un cambiamento, un cambiamento di strutture”;
aveva indicato con precisione “alcuni compiti imprescindibili”,
cioè: “ 1. mettere l’economia al servizio dei popoli; 2.
costruire la pace e la giustizia; 3. difendere la Madre Terra”;
aveva precisato: “noi che oggi siamo qui, di origini, credenze e
idee diverse, potremmo non essere d’accordo su tutto, sicuramente
la pensiamo diversamente su molte cose, ma certamente siamo d’accordo
su questi punti”.
Fin qui, forse, niente di tremendamente
temibile. Ma poi, dopo aver sostenuto che “chi governa il mondo è
il denaro”, spiegava che lo fa “con la frusta della paura”. E
aggiungeva parole di fuoco:
“C’è – l’ho detto di recente –
c’è un terrorismo di base che
deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e
minaccia l’intera umanità. Di questo terrorismo di base si
alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il
terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano
terrorismo etnico o religioso”.
Non è temibile all'orecchio dei
potenti sostenere che la radice di tutti i terrorismi non è la
cattiveria dei fanatici, ma il controllo globale del denaro sulla
terra? Il papa mette il dito sulla piaga, per questo deve essere
censurato. E peggio ancora: aggiunge che la paura dei terroristi
fanatici che i potenti della terra all'unisono fanno di tutto per
instillarci a piene mani, non è che lo strumento di questo dominio:
“La paura viene alimentata, manipolata… Perché la paura, oltre
ad essere un buon affare per i mercanti di armi e di morte, ci
indebolisce, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci
anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri e alla fine ci
rende crudeli”.
E, rivolgendosi a quell'accolita di
impenitenti ribelli: “Non mi stupisce che anche voi a volte siate
sorvegliati o perseguitati, né mi stupisce che ai superbi non
interessi quello che voi dite”.
Francesco mette bene in chiaro con chi
ce l'ha. Ce l'ha con “l'enorme potere dei gruppi economici e
mediatici” che mette a repentaglio la democrazia. Ed è molto
preciso nell'indicare la strada: “Non si risolveranno i problemi
del mondo” finché non si rinuncerà “all’autonomia assoluta
dei mercati e della speculazione finanziaria”. Ovviamente vuole
dire che finché i mercati avranno il potere di comandare ai governi,
non ci sono molte speranze. E qui il papa tocca il nocciolo: non si
tratta di dare l'assalto al palazzo d'inverno. Si tratta di mettere
fine ad un meccanismo costruito a partire dagli anni Novanta che, in
barba ad ogni principio di democrazia, ha conferito il potere più
forte nelle mani di pochi potentissimi signori del denaro che agendo
nell'ombra condizionano tutto. E' quello che abbiamo sostenuto in
questo blog da vari anni a questa parte.
Ma Francesco non si ferma qui.
Rivolgendosi, ricordiamolo, a Ramonet, Agnoletto, Mujicas e compagni,
li esorta ad alzare la voce con queste parole: “Quando voi, dal
vostro attaccamento al territorio, dalla vostra realtà quotidiana,
... dai rapporti da persona a persona, osate mettere in discussione
le “macrorelazioni”, quando strillate, … quando pretendete di
indicare al potere una impostazione più integrale, allora non ci si
tollera, non ci si tollera più tanto perché state uscendo dalla
casella, vi state mettendo sul terreno delle grandi decisioni che
alcuni pretendono di monopolizzare in piccole caste... Voi,
organizzazioni degli esclusi, ... siete chiamati a rivitalizzare, a
rifondare le democrazie che stanno attraversando una vera crisi. Non
cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori
secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente”.
E questo non è tutto. Chi vuol vedere
il resto (c'è di peggio...) guardi il testo integrale del discorso
Ce n'è abbastanza per far salire il
sangue alla testa a troppi potenti. Ecco perché la censura. Finché
il papa parla di amore e di bontà, tutto bene: ma quando esagera va
messo a tacere.
Questo episodio dimostra che Francesco
è veramente inviso a molti. Purtroppo, visto qualche precedente,
viene da temere che qualche volenteroso si proponga di metterlo a
tacere in altro modo.
Si ringrazia Vittorio Agnoletto per la segnalazione di questo evento, che altrimenti ci sarebbe sfuggito
Alberto il tuo articolo è tristemente vero! Questo Papa è scomodo e infastidisce, il minimo è nascondere ai più i suoi messaggi "sovversivi". Hai ragione il potere per gestire i media controllati è potentissimo. L'unica speranza viene dal basso come sempre e da questo umile e grandissimo Papa!
RispondiEliminaGrazie anche a te