h. 4:34 – E' notte fonda. La contesa
si era aperta con notizie di grande afflusso in Florida, che avevano
fatto gioire i democratici, perché da quello stato dipendono in
buona parte le sorti di queste elezioni. Ma adesso la gioia sta
svanendo. Trump sta vincendo dappertutto. Ha preso l'Ohio, che era
cruciale, ha quasi certamente vinto in Florida, che era essenziale,
è avanti in North Carolina, in Georgia, in New Hampshire, in tutti i
swinging states, perfino in Michigan e in Wisconsin che
sembravano in tasca ai democratici.
h. 4:40 - Arriva solo adesso la certezza della vittoria di Clinton in Virginia, che doveva essere scontata.
I futures del Dow Jones crollano di 600
punti: Wall Street non è contenta. Sta succedendo qualcosa di
inverosimile:
4:50 – Il Colorado a Clinton. E' in
bilico ancora la Pennsylvania, con lei in vantaggio di un soffio.
5:00 – La California a Clinton, come
da tabella. In sospeso Washington e Oregon, che erano in tasca ai
democratici.
5:05 – La Borsa di Tokyo perde 4
punti e mezzo, Hong Kong più di 2. Ancora in sospeso Wisconsin e
Michigan che, chi l'avrebbe mai detto, sono diventati gli stati
cruciali: se Hillary perde quelli non ha più speranze. Il destino
del mondo si decide, guarda un po' in Wayne County, chi l'aveva mai
sentita nominare?
5:10 – Annuncio fatale: Trump
conquista il North Carolina. Il secondo swinging state
che cade a suo favore. Con questo la strada di Hillary è tutta in
salita. Salita ripida. Un muro.
5:25 – L'Oregon a
Clinton. Almeno quello. Ci mancava pure che andasse a Trump l'Oregon,
la Terra del Futuro Luminoso! Intanto però Trump ha preso anche la
Florida e a questo punto i giochi sembano fatti. Fra poco arriverà
la certezza: Trump il prossimo presidente.
5:32 – Fox
annuncia che Trump ha preso il Wisconsin. Altri 10 voti. Trump ha
vinto. Non c'è più niente da fare.
5:33 – Fox: Trump
ha preso anche l'Iowa.
6:02 – Il crollo
dei futures su Dow, Nasdaq e S&P è il più forte dall'undici
settembre. Sta succedendo qualcosa di inverosimile: un pagliaccio
presidente del mondo, un pagliaccio padrone del più potente apparato
militare della storia del mondo.
6:10 – Anche la
Cnn, più cauta di Fox, assegna l'Iowa a Trump.
6:15 – Trump ha
244 voti certi, Clinton 209. Ma adesso Trump è in vantaggio in tutti
gli stati che restano, Nevada, Arizona, Michigan, Minnesota, per un
soffio perfino in Pennsylvania, manca solo, e di poco, il Maine.
Anche nel voto popolare, col 75% scrutinato, Trump è in vantaggio di
due milioni di voti. A questo punto ci vorrebbe un miracolo.
Basta, Trump ha
vinto, è ora di ammetterlo, non c'è niente da fare.
Ebbene, la cosa non
mi stupisce più di tanto. Ho visto l'Inghilterra, ho visto
l'Austria, ho visto che si pensa in Ungheria. L'America è da tempo
un paese malato, profondamente malato, un paese in cui prevalgono
pensieri perduti sulla strada sbagliata, sentimenti privi di luce e
di qualsiasi forma di nobiltà. E questo paese continua a credere di
poter essere d'esempio al mondo intero, un mondo che l'America è
incapace di capire, ma che pretende di guidare e dominare. Questa
nottata dimostra quanto questo paese è diviso. Certo c'è ancora e
ci sarà in futuro, un volto bello dell'America, quello che ha
prodotto i suoi sogni e le sue opere migliori. Ma questo volto
angelico è da tempo in rotta: non è certo Hillary che lo
rappresenta, era stato semmai il grande Bernie Sanders. Ma Sanders ha
perso, non davanti al tribunale del futuro, ma solo davanti alla
macchina infernale dell'establishment politico americano, uno fra i
più insensati e sgangherati del mondo.
Sono settimane che
vado dicendo che quasi quasi è meglio se vince Trump. Che vinca la
parte peggiore, così forse il resto del mondo, e l'Europa e l'Italia
innanzitutto, smetteranno di prendere per oro colato tutte le
cattiverie e le idiozie che provengono da Washington. A Washington ci
sarà finalmente il pagliaccio che l'America peggiore si merita. E
siccome il mondo intero non si merita una guida simile, si può
sperare che smetta di servirla.
Del resto, quanto a
politica estera, sarà difficile a questo Donaldo fare di peggio
della cara Hillary, erede, e talvolta responsabile diretta, di tutte
le cattiverie che ha fatto l'America da oltre vent'anni a questa
parte: dalla guerra del Golfo a quella del Kossovo, a quelle d'Iraq,
di Libia, di Siria, portatrice dell'eterna pretesa di comandare al
mondo intero come fosse un diritto divino.
Bene, forse con
Trump questo diritto divino evaporerà fra i fumi delle sue
maleolenti fantasie, forse la peggior parte dell'America vedrà
liquefarsi il suo prestigio nel mondo e finirà per liquefarsi in
casa propria lasciando finalmente respirare il meglio del paese di
Walt Whitman, il cui canto tornerà a echeggiare nelle menti di una
nuova gioventù.
6: 54 – I future
sul Dow perdono 800 punti. Auguriamoci che sia l'inizio di una fine.
caro Alberto, si piuttosto che stare nell'orrore di questa novità stiamo nella fiducia che -una volta toccato il fondo- si risale! Lucia
RispondiEliminaGrazie, siamo d'accordo.
RispondiEliminaE c'è da augurarsi anche che la vittoria di Trump serva di lezione al partito democratico USA. Dovrebbe cominciare a chiedersi se l'esito non sarebbe stato diverso se, pittosto che allo scimmiottamento scolorito dell'ideologia repubblicana rappresentato da Hillary, avesse fatto appello al cuore profondo dell'America democratica: quella del Free Speech Movement di Berkeley, del movimento per i ditti civili di Martin Luther King, e della grande ondata pacifista che si oppose alla guerra in Vietnam; quella cantata da Woody Guthrie, da Pete Seeger, da Joan Baez e dal giovane Dylan; quella a cui da decenni da voce Noam Chomsky e che è riemersa di recente nel movimento Occupy Wall Streeet e negli scritti di David Graber. I dem USA farebbero bene a chiedersi, in altre parole, cosa sarebbe successo se a un Trump che faceva appello alla pancia dell'America conservatrice e razzista avessero opposto un Sanders che parlava al cuore vivo e vero dell'America democratica e libertaria.
RispondiEliminaAugusto