martedì 5 marzo 2013

La tempesta è in agguato (e chissà se il buon Grillo lo ha notato…)

Per il momento, la tempesta finanziaria sull’Italia non è arrivata. O meglio, sono arrivati i suoi prodromi, sotto forma di un limitato rialzo dello spread e di un attacco al ribasso sulla borsa, particolarmente ai titoli bancari.
I quali, per via della massa di titoli pubblici in carico alle banche, sono quelli più vulnerabili all’eventuale aumento dei tassi e alla conseguente caduta del prezzo di mercato dei titoli di stato. Il crollo delle banche in atto sul mercato azionario indica chiaramente che ci si aspetta il peggio sul fronte dei tassi.
Ma, per il momento, il rialzo dello spread a circa 340 è molto contenuto rispetto ai livelli oltre i 500 punti delle fasi più acute della crisi. Si sente ripetere che questo è dovuto allo “scudo protettivo” innalzato da Draghi l’agosto scorso. Si sente dire che “gli investitori” (leggi speculatori) non ardiscono sfidare la potenza di fuoco della Bce. Che vuol dire? Che se loro vendessero allo scoperto, sperando di ricomprare a basso prezzo, e la Bce comprasse quanto vendono, il prezzo non scenderebbe e ci rimetterebbero un sacco di soldi. Per questo, si dice, lo spread non sale.
Si dimentica che la Bce non sta comprando titoli italiani. Che il programma Omt lanciato da Draghi è rimasto finora del tutto virtuale. Si dimentica soprattutto che quel programma prevede, per accedere al soccorso Bce, l’impegno ad accettare un pacchetto di politiche restrittive di impianto neoliberista, che non sarebbe altro che la prosecuzione rincarata della famosa “agenda Monti”.
Senza quell’impegno, allo stato attuale delle cose, non può scattare nessun intervento Bce. Lo scudo protettivo non c’è. O meglio ci potrà essere soltanto se ci sarà un governo disposto a fare quello che avrebbe fatto Mario Monti, o forse peggio.
Chi dice (anche questo si sente ripetere a tutto spiano) che i mercati sono solo un termometro della febbre delle economie, dice un’enorme fesseria. Il termometro è uno strumento passivo, che misura la febbre senza alcuna capacità d’influenzarla. Il mercati sono un apparato attivo, capacissimo di causare la febbre, soprattutto attraverso la speculazione al ribasso.
E dice una fesseria chi sostiene che i mercati non sono manovrati da nessuno. Tutti sanno che ci sono un ristretto numero di operatori di grandissime dimensioni che hanno tutti i mezzi, finanziari e mediatici, per scatenare le ondate di speculazione, nell’una o nell’altra direzione. Questi potentati non hanno solo obiettivi finanziari, hanno obiettivi politici.
E questi potentati, per il momento, stanno a guardare. Un po’ come la mafia in Sicilia, non stanno votando. E’ evidente che sono in attesa di vedere se si arriva ad una soluzione in linea con le politiche neoliberiste.
Se questo non succedesse, hanno tutti i mezzi per imporre quelle politiche attaccando i nostri titoli di stato, causando un rialzo vertiginoso dello spread e costringendo chiunque sia al governo a richiedere l’accesso all’Omt.
Questa è la tempesta che ancora non è arrivata. Questa è la tempesta in agguato. Chissà se il buon Grillo l’ha capito: chi potrebbe rimetterci le penne è proprio lui.


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