sabato 28 luglio 2012

Risoluzione Onu 2059 (2012) sulla Siria: un caso da guerra mondiale

Ecco la traduzione italiana della terza risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Siria, approvata il 20 luglio scorso.
Questa risoluzione è altamente irrituale sul piano formale. E’ quasi completamente priva di preambolo. Non condanna, non prende atto, non esprime preoccupazioni, non richiama nemmeno, addirittura, le precenti risoluzioni 2042 e 2043, sulle quali palesemente si fonda.
Questa stranezza è certamente imputabile alla frettolosità con cui la risoluzione è stata approvata, a poche ore dalla scadenza del precente mandato UNSMIS. Ma è soprattutto il sintomo tangibile del radicale dissenso fra le potenze in Consiglio su questa vicenda. La Siria è un caso da guerra mondiale. Una guerra che, per fortuna, in questa occasione non scoppierà.

Il Consiglio di Sicurezza,
Encomiando gli sforzi della Missione di Supervisione delle Nazioni Unite in Siria (UNSMIS),
1. Decide di rinnovare il madato dell’UNSMIS per un ultimo periodo di 30 giorni, prendendo in considerazione le raccomandazioni del Segretario Generale di riconfigurare la Missione, e prendendo in considerazione le implicazioni operative della situazione sempre più pericolosa in Siria sul piano della sicurezza;
2. Esorta le parti a garantire la sicurezza del personale UNSMIS senza pregiudizio alla sua libertà di movimento e di accesso, e sottolinea che la responsabilità primaria in questo senso spetta alle autorità siriane;
3. Esprime la sua disponibilità a rinnovare ulteriormente il mandato dell’UNSMIS solo nell’eventuali che il Segretario Generale riferisca e il Consiglio di Sicurezza confermi la cessazione dell’uso di armi pesanti ed una riduzione nel livello di violenza da parte di tutti che sia sufficiente a consentire all’UNSMIS di attuare il suo mandato;
4. Richiede al Segretario Generale di riferire al Consiglio sull’attuazione di questa risoluzione entro 15 giorni;
5. Decide di rimanere investito della materia.


4 commenti:

  1. Un commento notturno molto veloce: a che diavolo serve una risoluzione simile? Rapportate alla gravità della situazione in Siria, queste parole sono un capolavoro di inutilità. Insisto che sarebbe necessario fare una piccola analisi su chi sta guidando la rivolta (vedi il già segnalato Mahdi al-Harati) e, per esempio, sui capolavori di ipocrisia di uno dei maggiori fomentatori e sovvenzionatori della guerra civile in corso, la Turchia neo-ottomana di Erdogan, che mentre predica - stringendo la mano dell'alleato neocolonialista Cameron - che "il mondo non può stare a guardare" fa massacrare decine di sostenitori del PKK in Kurdistan (ah già, ma quelli sono comunisti vecchio stampo, non contano più niente nel mondo del pensiero unico demointerventista dove le rivoluzioni si fanno su Facebook con sponsor Coca-Cola ed Emirates Airlines).

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  2. Caro Alberto, ritorno di notte sul tuo blog per esprimere tutta la mia frustrazione e la mia rabbia - ahimè impotente - a proposito del caso della liberazione dei due tecnici italiani in Siria. Il governo, nella persona del ministro Terzi, e l'informazione stanno facendo salti mortali per non dover dire quello che è evidente, ovvero che i due sono stati rapiti da un gruppo di ribelli armati e liberati dall'esercito siriano nel corso di un'operazione antiterrorismo. Ecco un'intervista che probabilmente non sentiremo mai per intero, giudica tu e giudichino i tuoi lettori se i due stanno mentendo perché costretti dal "sanguinario regime" oppure stanno raccontando quello che hanno visto con i loro occhi, a differenza dei giornalisti italiani che scrivono baggianate tendenziose stando seduti davanti alle agenzie nei loro studi a Roma o a Milano: http://www.youtube.com/watch?v=sfLW5dR9prw
    Non ti nascondo che sono disgustato, anzi profondamente sconvolto dalla situazione che si sta creando, con i ribelli che adesso chiedono una no fly zone sul nord "per proteggere i civili dai massacri che il regime sta preparando". Assurdo e osceno. Ripeto, osceno, non so che altro dire.

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  3. Sei milioni e mezzo di euro. Ecco la cifra dei nuovi aiuti del governo inglese, ufficiali, ai ribelli siriani, e in particolare al cosiddetto "Free Syrian Army", quello comandato da mercenari islamisti libici, qatarioti e britannici (stesso gruppo dirigente di coloro che hanno messo a ferro e fuoco la Libia, discendenti diretti di UCK e mujahedin vari). La versione ufficiale a uso e consumo delle distratte opinioni pubbliche europee e soprattutto degli ancora più distratti organi partitici relativi è sempre la stessa, "una rivolta pacifica stroncata nel sangue e quindi trasformatasi in rivoluzione armata". Non è chiaro come abbia fatto, chi scese in piazza a protestare pacificamente, a trovare poi lanciarazzi Stinger in grado di abbattere MIG-25, a distruggere decine di T-72 con missili MILAN e a conquistare una città di qualche milione di abitanti, respingendo poi per settimane anche gli assalti di un esercito regolare che non è certamente quello del Liechtenstein. Sorprendenti, questi pacifisti siriani, questi "giovani rivoluzionari di Damasco" improvvisamente convertiti al Jihad. Mi domando se nel diritto internazionale esista una norma che dichiari illegali le forme di governo diverse dalla democrazia parlamentare a suffragio universale. Se così non fosse - e, nella mia ignoranza, non mi risulta che sia - allora a essere illegali sono le rivolte armate di questo tipo, soprattutto quando scoppiano in modo sospettosamente rapido e organizzato. Sei milioni e mezzo di aiuti a un esercito privato comandato da un gruppo internazionale di soldati di ventura reduci di Kosovo e Afghanistan, "perché il popolo siriano non può aspettare" (chissà che cosa ne pensano i popolani alawiti e cristiani, gli atei, i socialisti, i comunisti, i musulmani secolari di ogni confessione). Questa è la raccapricciante verità, e ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi, quando magari si inizierà a utilizzare qualcosa di simile in Grecia o altrove nell'Europa del Sud...Il governo di sua maestà afferma che quei soldi non saranno utilizzati per comprare armi, ma solo per fornire aiuti umanitari. Certo, del resto si sa che gli asini volano e che Elvis Presley vive in incognito alle Bahamas.

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  4. Perdona l'ossessività, ancora io. Leggi qui:
    http://www.thenational.ae/news/world/middle-east/a-rebel-fighter-falls-in-aleppo-but-this-one-was-from-istanbul
    Non commento per evitare di ripetermi. Augh!

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