mercoledì 4 luglio 2012

Provincellum: un Porcellum mascherato e peggiorato.

Ci vuole veramente una gran faccia tosta per tentare di far passare l’ultima, ennesima bozza di accordo sulla legge elettorale per un superamento del “parlamento di nominati”.
Il cosiddetto Provincellum prevede, incredibilmente, il mantenimento di un terzo dei seggi a liste bloccate: nessuno ha saputo dare uno straccio di giustificazione di un simile oltraggio all’opinione di quasi tutti gli italiani.
Ma la cosa ancora più scandalosa è che si tenti di far passare per un monumento alla libertà di scelta degli elettori il meccanismo previsto per gli altri due terzi: collegi uninominali a base provinciale, i cui candidati confluiscono dopo il voto in un meccanismo di assegnazione dei seggi a struttura proporzionale. Qualcosa di molto simile, si direbbe, al vecchio sistema in vigore per il senato ai tempi del proporzionale puro.
E’ un meccanismo che finisce per funzionare esattamente come le liste bloccate: i candidati sono scelti dai partiti, agli elettori resta solo la scelta fra partiti e per giunta non hanno nemmeno il bene di poter capire in qualche modo chi contribuiranno ad eleggere, dato che l’esito di ciascun collegio dipende dall’andamento del voto in tutti gli altri collegi che entrano nello stesso calderone proporzionale. Quanto di più opaco e partitocratico si possa immaginare.
Abbiamo pìù volte argomentato su queste pagine che qualunque sistema uninominale, in un contesto come quello italiano, rappresenta, contrariamente all’immagine di “scelta delle persone” che se ne vuol dare, il trionfo del potere dei partiti, a cui spetta in realtà la scelta dei candidati. Un sistema uninominale come questo non solo non fa eccezione, ma supera tutti gli altri per la totale mancanza di trasparenza.
Il Provincellum non è altro che un Porcellum malamente mascherato e gravemente peggiorato. C’è da augurarsi solo che sia presto dimenticato.


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