Nella stessa intervista di cui parlo qui sotto, Vendola ha esordito con un discorso che non ho molto apprezzato, in cui parlava dei "diversabili". Politicamente corretto?
I "diversamente abili". Io ho una figlia disabile. Un'amatissima figlia disabile, che è anche diversamente abile, perché è capace di cose che non sono accessibili ai più. Del resto anch'io sono diversamente abile, per esempio so usare la motosega e la tastiera con quasi uguale familiarità. Anche Shakespeare era diversamente abile, mica tutti sanno usare le parole come lui. Ma quando dico che Maddalena è disabile, io non voglio parlare di questo, voglio parlare di una cosa seria, che desidero sia presa sul serio. Parlo delle cose che lei non sa fare: usare il coltello, allacciarsi le scarpe, disegnare un quadrato, conquistare un ragazzo, parlare. E' inutile fingere che queste siano diverse abilità: sono un dramma, un'assenza terribile, fanno parte dell'errore del creato. Esiste il Male. E' inutile chiamarlo il Diverbene. E' una menzogna. Non è con questo che lo redimiamo.
Ricevo da Patrizia Lacerna:
RispondiEliminaIeri alla radio dicevano che un modo per dire super-gnocca potrebbe essere di dire diversamente racchia...!..Ah Ah Ah ...Invece a volte, come dici, questo 'diversamente' è un altro dei modi di oggi per nascondere i problemi seri, visto che la cultura a questo sembra tendere: se non si possono risolvere (o, meglio, se ci fa troppa fatica tentare di risolverli) allora facciamo come se i problemi non ci fossero! Et voilà