domenica 24 febbraio 2013

Risultati delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio: sono andate male

Quale che sia il risultato aritmetico delle imminenti consultazioni politiche, queste elezioni sono andate male. Anzi malissimo.
Male sono andate le scelte delle forze politiche che hanno preceduto la campagna elettorale. Pessima è stata la scelta di andare alle elezioni con una legge elettorale che, a parte il resto, non garantisce una maggioranza omogenea nelle due camere e rischia di produrre, soprattutto al Senato, un quadro politico impraticabile e radicalmente difforme dalla volontà degli elettori.
E poi: male ha fatto Monti ad entrare in campo in prima persona, credendo con questo di sottarre a Berlusconi una buona fetta di voto moderato. Come era prevedibile, si è dimostrato del tutto privo di quel carisma personale che sarebbe stato indispensabile al ruolo che si è assunto: e adesso rischia addirittura di non superare la soglia del 10 per cento alla Camera e quella dell’otto al Senato in alcune regioni.
Male ha fatto Vendola ad allearsi con Bersani. Una scelta che ha men che dimezzato il suo consenso rispetto al 9 per cento che aveva e che è stata forse utile al Pd, ma certamente dannosa non solo per Sel, ma soprattutto alla chiarezza del quadro politico. L’innaturale presenza di Vendola in questa alleanza complica la vita ad una forza come il Pd, che è ormai sostanzialmente di centro, e giova pochissimo alle ragioni della sinistra.
Male hanno fatto le confuse e litigiose forze della sinistra a coalizzarsi sotto l’egida di un personaggio come Ingroia, che, per quanto rispettabile e onesto, non aveva alcuna delle connotazioni politiche che sarebbero state necessarie in un frangente così difficile per la sinistra e per il paese intero. Come era prevedibile, si è dimostrato anche lui del tutto privo di carisma personale e adesso rischia di non raggiungere nemmeno la soglia del 4 per cento alla Camera.
Malissimo è andata soprattutto la campagna elettorale. Qualunque sarà il risultato di Berlusconi, la sua formidabile rimonta avrà fatto comunque un danno immenso. Un danno innanzitutto alla parte moderata, che tornerà ad essere rappresentata da un personaggio impresentabile e inqualificabile, maestro solo nell’imbrogliare i suoi elettori facendosi credere un leader moderato e capace, quando è in realtà un estremista di destra malato di megalomania e di paranoia, capace solo di portare questo paese alla rovina se mai fosse messo in condizione di realizzare i suoi torbidi propositi di eversione costituzionale all’interno e sgangherata sovversione dei rapporti internazionali all’estero.
Che un personaggio simile, che era ridotto allo stremo appena poche settimane fa, sia riuscito a riconquistare quel consenso che ha riconquistato, si può imputare solo alla ennesima prova di totale incapacità a contrastarlo fornita dai suoi avversari.
Fino a poche settimane fa, Berlusconi aveva visto franare il suo consenso soprattutto per due ragioni. Primo, lo scandalo Ruby e le notti di Arcore, che avevano imbrattato fino al collo la sua immagine, soprattutto agli occhi degli innumerevoli suoi seguaci che sarebbero restati impermeabili a qualunque malefatta di ordine politico, perché di politica nulla sanno e nulla intendono, ma avevano inteso benissimo in quel frangente con che sorta di uomo avevano a che fare. Secondo, le sue evidentissime responsabilità nella crisi del debito italiano.
Come si spiega che il primo argomento sia stato passato sotto ferreo silenzio per tutta la campagna elettorale? Non aveva forse rilevanza politica la vergognosa concezione del ruolo della donna che lo scandalo di Arcore metteva in piena luce? Non sarebbe stato giusto ed opportuno coltivare e alimentare, per esempio, la giustificata indignazione di buona parte dell’elettorato femminile davanti a comportamenti così indecenti e penosi? E che dire dell’elettorato cattolico? E invece, niente: tutto è stato dimenticato, come se non fosse mai successo.
Ma questo non è il peggio. Peggio ancora è il fatto che non si siano messe al centro della campagna elettorale le responsabilità di Berlusconi nello sfacelo della finanza pubblica che ci ha portati alla crisi che ancora ci minaccia. Che non si sia fatto percepire agli italiani, quello che i media di tutto il mondo in questi giorni stanno mettendo in primo piano: e cioè che una vittoria di Berlusconi scatenerebbe immediatamente un formidabile attacco dei mercati finanziari contro l’Italia. Questo è un dato di fatto indiscutibile: ed è la prima e principale ragione per cui chiunque non voglia semplicemente la rovina di questo paese dovrebbe guardarsi come la peste dall’idea di votare Berlusconi.
Questi due argomenti sarebbero bastati ad impedire anche il minimo recupero, se solo dall’altra parte ci fosse stato qualcuno capace di argomentare e di farsi capire. Invece c’è stato solo, come sempre, grigiore, concreto e irriducibile grigiore. I grigi manifesti di Bersani sono l’emblema di questa incapacità. La casa è in fiamme, incombe un finimondo, e si balbetta di “ammortizzatori in deroga”, non si sa se nell’illusione che i più sappiano davvero di che si tratta o nella speranza che il parlare oscuro conferisca un’aura di pensosa competenza e impareggiabile solennità. Ma il peggio non è nemmeno questo.
Il peggio è che si è che si sia accettato fin dall’inizio, che si sia dato addirittura per scontato, che Berlusconi potesse ancora presentarsi come “leader dei moderati”. Come abbiamo ampiamente argomentato in passato in questo blog, Berlusconi non è affatto un moderato. Non è né un normale conservatore europeo affetto solo da un modesto “conflitto d’interessi”, come se lo immagina il Pd, né un malfattore privo di qualsiasi disegno politico incline solo a difendere se stesso ed i suoi beni, come lo dipinge Travaglio. E’ un pericolosissimo estremista di destra, che coltiva un preciso progetto politico di sovversione dell’ordinamento costituzionale. Come tale andrebbe sbugiardato in modo martellante ogni volta che pronuncia la parola “moderato”. Se c’è un vero “moderato” in Italia, questi è Monti: un uomo di destra, allineato fermamente sulla sostanza e la forma del progetto neoliberista europeo, che ha però rispetto per i canoni della democrazia. Che si sia consentito ad un Berlusconi di sostituire Monti nell’immagine di leader moderato è un guasto imperdonabile di questa campagna elettorale.
Comunque vadano le cose, dunque, queste elezioni sono andate male.
Forse sarebbe stato meglio se Vendola si fosse tenuto fuori dall’alleanza col Pd, coagulando intorno a sé un dignitoso polo di sinistra che poteva aspirare al 15%, senza pretendere di mettere le mani nel governo, in un tempo in cui non è il governo a decidere le sorti del paese. Forse così avremmo avuto una vera opposizione di sinistra, capace di coltivare con pazienza, in questa traversata del deserto, quegli ideali e quei valori che prima o poi finiranno per prevalere sulle tenebre del neoliberismo che ancora incombono, sebbene sempre più rarefatte, sul destino dell’Italia e del mondo.
Ma così non è stato. L’elettorato di sinistra non si è trovato di fronte ad una scelta netta e chiara, ma ad un groviglio inestricabile di ipotesi balbuzienti: Vendola? Grillo? Ingroia? Astensione? Rassegnazione? Disperazione?
Adesso possiamo solo sperare nel meno peggio. E il meno peggio lo dipingerei così: che Berlusconi sia sconfitto in Lombardia e sia ridotto a minoranza avviata al definitivo declino; che Grillo riesca a far eleggere il suo plotone di confusi e volenterosi indignati senza impedire la formazione di una maggioranza capace di governare; che Ingroia riesca a mandare in parlamento una pattuglia capace di rappresentare i non pochi italiani che, a torto o a ragione, insistono nelle posizioni più radicali; che Vendola abbia un peso sufficiente a limitare i danni senza mandare in pezzi il baraccone; che la coalizione di Bersani riesca a prevalere alla Camera e, almeno insieme a quella di Monti, a disporre di una salda maggioranza in Senato, affinché si formi quel governo a guida Pd che, nell’attuale malaugurata congiuntura internazionale, è l’unica via di scampo che abbiamo: se l’Italia fosse un paese indipendente, non sarebbe certo questo il migliore governo possibile, ma dato che non lo è, questa è l’unica soluzione che ci darebbe la serenità necessaria per poter sperare in un futuro migliore.
Questa è la triste realtà. Finché non si sarà tolto ai mercati finanziari e alle forze che li animano il terribile potere di condizionamento che stanno esercitando su tutti i governi del pianeta, è inutile illudersi di poter scegliere. La triste verità è che l’unico governo che ci può proteggere dalla tempesta è un governo di Monti e Bersani. E poiché questo esito, alla data di oggi, non è scontato, la tempesta rimane in agguato.
Siamo in pericolo. Lunedì non è lontano, si vedrà.

P. S. Per chi non li avesse visti, ecco il link ai più accreditati sondaggi clandestini del 23 febbraio:
e vedi anche:


9 commenti:

  1. Dal mio punto di vista, la questione che si pone oggi è: cosa sono il Pd e il Pdl? Cosa è Monti? Ma VERAMENTE e al di là delle chiacchiere propagandistiche.
    Per me il problema reale attuale è scardinare l'attuale sistema di potere che sono convinta sia basato su una finta alternativa (così come l'aveva prevista Gelli nela suo Piano di rinascita democratica) che, attraverso l'elaborazione e la sottoscrizione di alcuni trattati europei, ha posto le basi per una vera dittatura della finanza privata, organizzata a livello di oligarchia plutomassonica, sui governi dell'UE.
    Governi che nella cosidetta II Repubblica sono stati bene infiltrati dagli uomini che rappresentano questa oligarchia, attraverso una rappresentazione della democrazia ormai completamente svuotata di senso, di realtà. Tutte le politiche economiche dell'UE sono state condizionate da questi interessi, contrari ai principi democratici.
    In Italia, per capire di che pasta sono fatti i politici che ancora si propongono di volerci rappresentare, basti vedere cosa sta accadendo in Val di Susa (fascismo puro e Bersani e Vendola zitti e complici) in Sicilia col Muos, a Taranto con l'ILVA o la questione MPS, come anche tutte le cartolarizzazioni che sono state gestite dai vari Governi che si sono succeduti, in un comune accordo da compagni di merende che si sono regalati tra loro i beni dello Stato. Per non parlare di ciò che sta emergendo riguardo alla trattativa Stato-mafia e a come lo scandalo è stato "gestito" dalle più alte cariche dello Stato.
    Grillo e Ingroia, fanno paura perchè sono al di fuori del teatrino che sostiene tale sistema di potere. Cosa sono veramente e cosa saranno in grado di fare avremo modo di vederlo poi, al momento possiamo sapere di cosa è capace l'asse PD-PDL-Monti e decidere se vogliamo dargli ancora la possibilità di portarci sempre più ai livelli della Grecia, se non della Cina, o se vogliamo combatterli e tentare di costruire qualcosa di diverso, tenendo presente la realtà delle forze realmente presenti in campo. Per usare una metafora direi che la casa è in fiamme, al momento dobbiamo decidere se uscirne anche senza sapere cosa ci aspetta fuori, o rimanervi dentro. Maria Paola Volpini.

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  2. caro Alberto,
    concordo in molte cose che hai scritto, ma penso tu riponga troppa attenzione al parlamento.
    In questa fase, con questa politica l'unica risorsa che dovremmo avere è quella di un movimento forte e cosciente.
    Questo potrebbe essere l'unico che ferma il meccanismo infernale del liberismo-
    Dubito ci sia, pare che in Italia il coltello del sistema economico affonda in un corpo sociale rassegnato e senza speranza.
    Purtroppo l'incavolatura sacrosanta ha preso il canale che conduce a Grillo, cioè in un vicolo cieco.
    Tiziano Cardosi

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  3. Credo di condividere al cento per cento.
    Con tre piccole chiose. La prima è che Vendola ha le sue colpe, ma quelli che si sono messi appresso a quell’eversore di regole democratiche che è Ingroia ne hanno ancor di più.
    La seconda è che Berlusconi è un gangster. Con un disegno eversivo.
    La terza è che Napolitano ha gravi responsabilità. Bisognava votare 14 mesi fa. E non inventare Monti. Poi divenuto capopartito.
    La verità, ahimè, è che la democrazia è, come dicono i francesi, un marché de dupes.
    Non è fatta per i cittadini, ma è fatta per i politici. Quel che porta di buono ai cittadini è effetto di danni collaterali per i politici.
    Forse migliorerebbe, se i cittadini fossero meno rozzi e ignoranti. Ma per scongiurare il pericolo, stanno smantellando la pubblica istruzione.
    Butta male. Speriamo che la neve, che cade di brutto, raffreddi i bollenti spiriti.
    Alfio Mastropaolo

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  4. Da smart:
    Non sono andate male, sono andate malissimo!
    Qualche nota:
    I sondaggi sono falsi dall'inizio
    Ci sono 7 liste che sono state "oscurate"
    Non ti preoccupare x B.
    La "sinistra" è una categoria dello spirito
    Dobbiamo lavorare con serietà alla costruzione di una forza politica
    nonviolenta, ecologista, x lo sviluppo della democrazia e di un modello
    economico alternativo al neoliberismo.
    Da ora!
    Baci in pillole
    Grazie
    Olivier Turquet

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  5. Caro Alberto, sei lucido e penetrante come sempre: sono orgoglioso di essere tuo amico.
    Nessun sondaggio, nessun risultato effettivo a posteriori, potrà farmi - però - cambiare d'umore (non dico d'opinione, che è una questione di testa): solo dodici mesi fa avevo per sinbdaco Cammarata, per presidente della regione Lombardo e per presidente del Consiglio Berlusconi. Oggi ho Orlando al Comune, Crocetta alla Regione e...(peggio che vada) Monti o Bersani a capo del Governo: come non tirare un sospiro di sollievo? Due minuti dopo riprenderemo a lottare, per esempio con il progetto ALBA; ma intanto prendo fiato. Se no mi scoppia il cuore a metà strada...

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  6. Carissimo Alberto,
    come sempre (mi pare) sono in sintonia con le tue considerazioni, però vedo tutta la faccenda più complessa, al di là dagli squallori elettorali.
    Concordo su tutto quello che dici di Berlusconi (aggiungerei che non è la prima volta che Berlusconi era cotto ed è stato rimesso in pista dalla "sinistra"), ma il mio parere è che Monti è stato molto peggio di Berlusconi. E qui il mio ragionamento va a Napolitano, che secondo me è autore di più di un golpe bianco. Il primo e più grosso è stata la formazione del governo Monti - con la complicità di tutti i partiti, e il PD mosca cocchiera: mi viene il voltastomaco quando sento Bersani dire che correggerà provvedimenti che ha sostenuto senza riserve. Nominare un governo come questo senza passare per le urne ha consentito a Monti di fare in pochi mesi quello che Berlusconi non era riuscito a fare in 20 anni (e personalmente metto in primo piano l'abolizione dell'art. 18).
    Soprattutto vedo una manovra politica coordinata da tutto l'arco "(anti)costituzionale" per asservire questo paese ai diktat che vengono dal potere bancario europeo. Bersani ha messo bene in chiaro che ubbidirà a questi diktat. Ma allora le differenze tra i vari possibili "vincitori" stanno, passami la volgarità, se ce lo metteranno nel c... con o senza vaselina (forse Berlusconi farebbe un po' eccezione - ma in negativo - per la sua estraneità a qualsiasi regola civile).
    Vedo coerente con tutto questo anche la chiusura della legislatura e il ricorso anticipato alle elezioni gestiti da Napolitano per via extra-parlamentare. Io credo che Napolitano sia stato forse il peggiore Presidente della Repubblica che abbiamo avuto, anche se altri tentarono golpe veri, ma forse proprio perchè veri non riusciti. Non ti è venuto il voltastomaco quando ha ricevuto i due “marò” sotto processo per omicidio in India?
    Ma il mio ragionamento (e la mia profonda incazzatura) vanno ancora oltre, vanno a questo sfortunato paese, a questo popolo italiano, che in pochi decenni si è profondamente imbastardito, è regredito in un radicale egoismo, menefreghismo, in una profonda ignoranza, maleducazione, mancanza di qualsiasi rispetto per gli altri e il vivere sociale [e qui penso ai trempi in cui io cominciai a fare politica, fine anni '60, quando vi erano, almeno tra il popolo di sinistra, solidarietà e valori collettivi: e alla radice di questa regressione vi furono per prime le forze di sinistra].
    Credo che sia più che mai vero che un popolo ha la classe politica e i governanti che si merita. Oggi l'Italia mi sembra messa molto peggio (in prospettiva, almeno) della Grecia e della Spagna, dove vi sono per lo meno movimenti di opposizione forti, dove si vedono segni forti di solidarietà (hai letto in Spagna dei fabbri che si rifiutano di cambiare le serrature agli sfratti, dei pompieri catalani che si rifiutano di eseguirli?).
    Insomma, il problema di fondo sembra a me il popolo italiano. Forse sarò troppo sensibile, ma personalmente quando esco per strada mi incazzo ad ogni passo vedendo per esempio come la gente guida, strafregandosene dei passagi pedonali, di intralciare la circolazione lasciando l'auto in doppia o tripla fila, e via dicendo…
    Insomma, il mio punto di vista è che questo popolo dovrebbe venire rieducato a partire dalle norme basilari di semplice educazione e del vivere sociale. E questa è un'impresa che richiede generazioni. E per la quale, non a caso, la nostra classe politica, tutta d'accordo, ha pensato scientemente di eliminare gli strumenti di base, distruggendo scuola, educazione, ricerca.
    Ritornando al piano politico attuale, per concludere, mi preoccupano certo Berlusconi, Monti, Bersani, Renzi, ma mi preoccupa molto di più che piacciano a tanta gente! Perchè le persone si possono cambiare, ma cambiare la testa di un popolo è un'impresa molto più difficile e lunga, della quale temo che io non riuscirò a vedere nemmeno l'inizio!
    Un forte abbraccio, Angelo Baracca

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  7. Non male Alberto, finalmente un’analisi onesta e non strumentale... e molto vicino a quella che è la realtà.
    GIUSEPPE MORETTI

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  8. Caro Alberto, condivido gran parte delle analisi che tu hai svolto relative alla campagna elettorale ed ai possibili scenari successivi. Salvo due cose. La prima è quando tu affermi che il "Pd è ormai sostanzialmente di centro", l'altra (più o meno correlata a questo tuo giudizio) sulle modalità di ricostruzione di una forza di sinistra che faccia una lunga avanzata nel deserto (diciamo così). Comunque sono posizioni che capisco. Un giorno forse ti scriverò qualcosa su come io vedo il PD (dall'interno)... con tante ombre e qualche "possibile" luce ed anche su come ricostruire una prospettiva anti-liberista di lungo periodo. Fatte salve queste riserve ho molte convergenze con te sull'analisi di questa campagna elettorale, sugli schieramenti che si sono determinati, sulle possibili prospettive e soprattutto sulle modalità di svolgimento del tuo pensiero: calme e rispettose. In ogni caso che Dio ce la mandi buona (... e se te lo dice un non credente come me siamo messi davvero male!).
    Saluti
    Mauro Sbordoni

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  9. Caro Alberto,
    vivo giorni di eroico furore. Balordaggine dei resoconti dei giornali tedeschi sulle elezioni italiane, il cui tenore – tenuto sottotraccia – è esploso incontrollato nella frase di Steinbrück sui clowns. A parte il fatto che in questo modo S. oscura la differenza fra uno che sa di aver scelto di fare il clown e uno che lo fa ad hoc in una strategia ben più temibile, quest’uomo cui la SPD ha affidato una battaglia potenzialmente decisiva per nuovi orientamenti, fa trasparire nella direzione fuorviante di questa frase:

    1) che tutti i giornali/televisioni/dichiarazioni condividono un quadro di ricostruzione cause/effetti in cui Monti non ha alcuna responsabilità, perché la sua era la ricetta giusta, perché mandato dall’Europa, dalla Merkel, dal paradigma-risparmio.

    2) che in questi giudizi un inconscio antropologico (noi tedeschi bravi giusti capaci, gli altri del Sud irresponsabili e da far maturare con la nostra disciplina) opera in modo semplificatorio e autocelebrante.

    Vorrei tralasciare 2), ma mettere a fuoco 1), sostenendo:

    - che Monti è stato una trasfusione di sangue per Berlusconi, perché non si è posto l’obiettivo di prevenire il risentimento delle fasce dell’elettorato poi riconfluito sotto Berlusconi; ha colpito in basso e non in alto per scelta, ideologia, impotenza, opportunismo, strategie, bisogna capire, ma certo l’effetto è stata la sconfitta della ‘destra europea’ e il rafforzamento di quello che avrebbe dovuto essere il suo avversario principale, quindi fallimento politico e strategico.

    - che Monti, attaccando il PD durante tutta la campagna elettorale, ne ha evidenziato gli impacci strategici, spianando la strada a richieste grilline di maggiore autonomia dal suicida ‘riformismo’ europeo.

    Ciao, G.

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