sabato 12 novembre 2011

E' caduto Berlusconi! La vergogna e la parola libertà


Ore 21.05 – In questi istanti Berlusconi sta rimettendo il suo mandato di capo del governo nelle mani di Giorgio Napolitano. Il despota mancato è caduto. E’ caduto il capo di governo più odiato della storia della Repubblica, quello che ha fatto più danno al paese, quello che più di ogni altro si è coperto di vergogna e di infamia.
Finisce quest’infamia fra le urla di “Buffone! Buffone!”, “In galera! In galera!”, che salgono al cielo davanti al Quirinale. Finisce fra i cori che intonano Bella ciao, l’inno di quella Resistenza che il buffone tentò di seppellire. Finisce con Formigoni che fa le corna e leva il dito medio verso la folla di indignati che preme a palazzo Grazioli: degno sigillo dell’era di un potere volgare, arrogante, incapace e malefico.
Finiscono nella polvere e nel fango i sogni di chi pretese di fare strame della Costituzione repubblicana.
Non sappiamo ancora, adesso, che cosa seguirà, non sappiamo quali colpi di coda ci si stia apparecchiando a sferrare. Ma sappiamo che il grido più bello è quello del coro che si è levato davanti alla casa del despota fallito poco prima della sua uscita, esattamente mezz’ora fa: la parola che aveva infangato, levandola a emblema del suo inganno e della sua menzogna, la parola in cui adesso possiamo tornare a sperare, la parola di Pericle e di Alceo, di Voltaire, di Eluard e di Walt Whitman, la parola libertà.
Ore 21.42 - Arriva l’annuncio: Silvio Berlusconi si è dimesso. Un coro assordante di urla e di fischi s’innalza nella piazza del Quirinale.
Nyn chre metysthen kai tina pros bian ponen, epei de katthane Myrsilos!
Mirsilo è morto, è l'ora di brindare.

 

5 commenti:

  1. Sì è finita un'era di ferro e dobbiamo salutare l'evento. Nunc est bibendum nunc est saltanda tellus. Non ci potranno piacere le modalità della soluzione, il fatto che il nuovo governo che si prospetta sia, in quanto puramente tecnico, l'antitesi della democrazia, o per lo meno una sua declinazione molto offuscata. Ma non è il momento di essere schizzinosi: il meglio non sempre è amico del bene. Qui il bene è che il cav. e il codazzo osceno della sua corte svaniscano.

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  2. Sì, per ora godiamoci la caduta del mostro idiota. Ma io sono ahimè schizzinoso per natura, quindi vedere Casini, Fini, Bocchino e tanti altri, che hanno sostenuto Berlusconi per molti anni, prepararsi a governare l'Italia non mi fa gioire per nulla - non li posso dimenticare sul G8 di Genova, non sulla TAV, non sulla Libia. Mi preoccupa molto, anzi. Se il potere, anziché depurarsi attraverso nuovi esperimenti davvero progressisti, passasse definitivamente nelle mani di banchieri a modo, silenziosi finanzieri, beneducati massoni, ex-fascisti con il culto di Sion, intellettuali guerrafondai con il farfallino stile B.H. Levy, discreti sacerdoti del rito NATO, insomma il peggio di quello che l'Europa sta producendo al momento, temo che una volta nella brace (una brace stranamente fredda, incolore, inodore) invocherei sconsolato, e tre volte mazziato, la padella. Spero di essere smentito, ditemi per favore che sarò smentito!

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  3. Sì, è caduto il peggior governo che l'Italia abbia mai avuto. Il peggiore in assoluto. E non lo dico come invettiva ma come manifesto dato di fatto. Mai nessuno davvero, come l'uomo di Arcore, aveva tentato con tanta sfacciata protervia di stravolgere e farsi beffe di ogni principio di democrazia e legalità. Tanto che non riesco proprio a immaginare che, come teme Stefano, il futuro (prossimo almeno) ci possa riservare qualcosa di peggio.
    Voglio solo notare, per la memoria, che la prima vera battuta d'arresto al progetto berlusconiano di costruzione di un regime la diede probabilmente la sconfitta al referendum costituzionale del 2006. La destra, al massimo della sua forza, con la maggioranza più ampia di cui un governo abbia mai goduto in Parlamento, lanciò allora il suo assalto finale alla Costituzione uscita dalla Costituente antifascista. La riforma sonoramente bocciata dagli elettori la avrebbe infatti completamente stravolta trasformando l'Italia in uno stato autoritario. Se quell'attacco fosse andato in porto sarebbe stato difficile sbarazzarsi di Berlusconi anche con l'aiuto della crisi, dei mercati e di quant'altro.
    Corremmo allora un grave rischio, ma quella fu la prima vittoria dopo una lunga serie di sconfitte, e oggi finalmente l'aspirante despota è caduto.
    Alleluja!
    (come ha cantato ieri sera il coro sulla piazza del Quirinale).
    Augusto

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  4. Ma sì, abbandono le mie riserve anch'io. Confido in tutti noi per scongiurare il peggio, e in effetti peggio di così è difficile. Non mi sembra ancora vero che il satiro della Brianza sia caduto e così rovinosamente, e, adesso lo possiamo dire, per sempre. È stato un incubo, tutta la mia vita politica dai diciotto anni ad oggi è stata segnata da quella volgarità incredibile. La situazione internazionale, del resto, è quella, con o senza Berlusconi, ma intanto è meglio che Berlusconi non nuoccia più, incomparabilmente meglio. Al massimo si cade dalla brace nella brace, ma è il momento di pensare che invece, per gradi, si passerà alle griglie, poi a padelle e poi a meno dannose pentole a bagnomaria...tralasciando gli scherzi, cerchiamo di far fruttare al meglio questa nuova libertà! Alle tradizioni greche, latine e cristiane che avete citato, faccio eco con il mio arabo: Alhamdulillah!

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