giovedì 20 ottobre 2011

Gheddafi è morto: siamo tutti felici?

Gheddafi è morto. La radio ci ha appena annunciato, per bocca di quel geniaccio di Pupo, che “siamo tutti felici per questa meravigliosa notizia per tutto il popolo libico”.
Evidentemente Pupo non è tanto cristiano, poiché Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ci ha già spiegato quando morì Bin Laden che “di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai”.
Ma che Pupo sia infedele non ci preoccupa, perché, in generale, non siamo tanto cristiani nemmeno noi, anche se non prendiamo alla leggera la morte di esseri umani. Ci potrebbe turbare un po’ di più il fatto che Pupo proclami un’aperta menzogna quando dice che la notizia è meravigliosa per tutto il popolo libico, quando tutti sanno che c’è una parte del popolo libico che, per ragioni politiche, economiche o sociali, sosteneva decisamente il dittatore. Per questi libici, la notizia è tutt’altro che gradita, anche perché sanno di dover temere per la propria incolumità se si azzardano a esprimere il proprio pensiero, e forse anche se non si azzardano.
Ci potrebbe forse preoccupare il fatto che, comunque, nessuno saprà mai quanti fossero questi libici che amavano Gheddafi, perché ci sono stati tre paesi molto potenti, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, che hanno stabilito, impedendo qualsiasi accertamento in materia, che “il popolo libico” non voleva Gheddafi e pertanto hanno deciso, in aperta violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza, di muovere guerra al suo regime.
Il caso della Libia sembra somigliare, assai più che l’Iraq o l’Afghanistan, al caso dell’Italia alla caduta del fascismo. Un dittatore molto autoritario, sostenuto da una parte della popolazione, viene rovesciato da una ribellione armata col sostegno determinante di potentissimi paesi stranieri.
Ma c’è una grossa differenza: Mussolini aveva aggredito a mano armata parecchi altri paesi, Gheddafi no.
Come ho argomentato qui il 15 ottobre, se plaudiamo alla morte di Gheddafi, stiamo ammettendo il principio che qualunque stato militarmente potente può giudicare senza processo il governo di un altro paese per fatti interni a quello stato, condannarlo a morte, ed eseguire quella sentenza senza il vincolo di alcuna regola, senza dover rispondere delle eventuali vittime innocenti che questo può causare e senza nemmeno far finta di mettere da parte i propri interessi economici, strategici e politici. E stiamo fingendo di non capire che il nuovo governo di quel paese sarà più condizionato dalla volontà delle potenze intervenute che da quella del suo stesso popolo. Frattini ci ha già spiegato stamattina che sta “lavorando” al nuovo governo della Libia e non importa se, di fatto, succederà che lui lavora e altri, più potenti e meno impresentabili, decideranno per tutti.
Quello che importa è che la cruenta rivoluzione della Libia non è stata soltanto una sconfitta della nonviolenza. E’ stata soprattutto una sconfitta del diritto e della legalità: che sono, checché ne pensi qualche sofisticato scettico “realista”, le fondamenta della democrazia.
Ci auguriamo vivamente, e auguriamo di cuore a tutti i libici, che la nuova Libia sia migliore di quell’altra. Non ci vorrebbe molto, ma, purtroppo, non è sicuro che così sarà.

Raccomandiamo a chi è interessato a un giudizio complessivo sulla guerra libica, di guardare anche il post "Illegittima, ingiusta, innecessaria", uscito cinque giorni fa su questo blog.

5 commenti:

  1. Buffone prezzolato:
    Gheddafi non era un dittatore.

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  2. Se per favore mi indichi chi mi prezzola, gli vado a dire di farne a meno, che non ne sento il bisogno. Se poi, invece di insultare, hai qualche argomento per dimostrare che Muammar era stato eletto e che i suoi sostenitori erano una schiacciante maggioranza, sarò lieto di concludere che non era un dittatore. Se invece volevi dire che aveva dei meriti, vai a riguardare indietro in questo blog e vedrai che li ho ricordati tutti, a cominciare dalla sua indipendenza.

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  3. è facile che saltino i i nervi...non arrabiatevi.Stiamo attraversando il periodo più buio della nostra esistenza...SENZA NESsUN DUBBIO.
    Alberto,in libia ci sono sempre stati regolari elezioni ovviamente con l'imprimatur di una Repubblica Socialista che assegna al leader della rivoluzione contro il monarca deposto nel 69(lui si davvero tiranno ed affamatore dei libici) un ruolo di Padre Spirituale della Nazione, ma tutta l'organizzazione politica interna,parlamentare,assembeare,elettiva, aveva uno spirito molto partecipativo e condiviso,dialogante,costruttivo e popolare,certo, gli oppositori VERI di gheddafi sono stai trattati come traditori della rivolzione e condannati e molti giustiziati come in qualsiasi stato ove si voglia ribaltare il sistema...DA NOI,DEMOCRATICI...se qualcuno vuole ribaltare il sistema, non si trova imprigionato e giustiziato....? magari con una forma SUICIDIO o VITTIMA di un conflitto a fuoco.:: o SPARITO CHISSA DOVE.. una sostanziale differenza: IN LIBIAIL SISTEMA ERA DAVVERO POPOLARE,DEL POPOLO...DA NOI....PROPRIO NO...!"!!in SOSTANZAla civiltà in senso lato ,dalle leggi,all'ordine pubblico,ai servizi,alla scuola,alla cultura,spalmata e POPOLARE DELLA LIBIA io l'avrei IMPORTATA almenoalmeno per la mia calabria ,controllata da bastardi mafiosi e massoni schifosi..

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  4. Scusami, Franco, apprezzo la tua indipendenza di pensiero, ma il fascismo chiamato socialismo non è cosa che mi faccia simpatia. E tu capisci cosa voglio dire.

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  5. CHE HAI CITATO A FARE MUSSOLINI?

    forse non è vero che non tutti sanno che quando è morto Mussolini "c’ERA una parte del popolo ITALIANO che, per ragioni politiche, economiche o sociali, sosteneva decisamente il dittatore. Per questi ITALIANI, la notizia FU tutt’altro che gradita, anche perché saPEVANo di dover temere per la propria incolumità se si azzardaVAno a esprimere il proprio pensiero, e forse anche se non si azzardaVAno.
    Ci potrebbe forse preoccupare il fatto che, comunque, nessuno saprà mai quanti fossero questi ITALIANI che amavano MUSSOLINI, perché ci sono stati tre paesi molto potenti, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, che hanno stabilito, impedendo qualsiasi accertamento in materia, che “il popolo ITALIANO” non voleva MUSSOLINI"

    uso le tue stesse parole per dimostrarti che il tuo parafone è fuori luogo.

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