mercoledì 18 novembre 2020

C'è chi al buon senso non è propenso: il Direttore dell'Igiene Pubblica Firenze dice cose gravi sul Covid nelle scuole.

E' domenica, ora di pranzo - il 15 scorso, ore 13:03. Il Dr. Giorgio Garofalo, Direttore dell'USC Igiene e Sanità Pubblica di Firenze, è in ufficio al suo posto di battaglia. Clicca Invio: ha appena finito di scrivere la sua lunga e dettagliata risposta alla mia lettera del giorno prima sulle falle nel tracciamento del Covid nelle scuole.

Riporto qui sotto per intero il suo messaggio piuttosto drammatico.

Antefatto: le prescrizioni di quarantena per le classi con casi Covid in quel di Firenze arrivano di norma con formidabili ritardi, causando un pericolosissimo prolungamento del contatto fra allievi e professori. Non di rado, come nel caso di mia figlia, a quarantena già scaduta.

I punti salienti di Garofalo: i tagli alla Sanità scatenati negli ultimi vent'anni hanno colpito particolarmente i servizi al territorio e i Dipartimenti di Prevenzione. Il turnover bloccato da almeno un decennio ha prodotto una pesantissima contrazione del personale. Nonostante una turnazione massacrante, non si riesce a far fronte al minimo indispensabile. I mancati tracciamenti hanno influito pesantemente sulla diffusione dell'epidemia. Si è tentato di far fronte all'emergenza assumendo a termine i cosiddetti “medici scolastici”. Nella ASL Toscana Centro sono circa uno ogni 40 plessi. Ma disporre in tempo tutte le quarantene resta impossibile per la ASL. Che pertanto ha proposto che le scuole interrompano subito la frequenza di una classe alla prima notizia di un caso positivo al suo interno. Senza attendere le prescrizioni di legge da parte dell'Ufficio di Igiene. Troppo buon senso. La proposta non ha avuto corso e solo alcune scuole la stanno applicando.

Così i nostri figli restano esposti per giorni e giorni al rischio di contagio e i loro nonni rischiano la vita. Ecco la denuncia di Garofalo:


<< Buongiorno sig. Cacopardo, volentieri rispondo alla sua mail, in quanto credo di aver compreso lo spirito con il quale ha scritto le sue osservazioni.

Come lei stesso ha sottolineato siamo di fronte ad una emergenza pandemica; aggiungo io, come non si vedeva da oltre un secolo.
Credo opportuna una brevissima digressione (scevra da qualsivoglia polemica) circa le condizioni del Servizio Sanitario Pubblico, con particolare riferimento ai Dipartimenti di Prevenzione, considerazioni che comunque possono essere estese a buona parte della medicina del Territorio. Le scelte di politica sanitaria (più o meno comuni a tutte le regioni di Italia) improntate almeno negli ultimi 20 anni al risparmio ed ai tagli (alias "razionalizzazioni"), hanno pesantemente inciso sulla realtà dei servizi e, come comprensibile, i tagli sono stati fatti principalmente dove "sanguina meno", ovvero principalmente sul territorio, cercando ( ma non riuscendo) di salvaguardare per quanto possibile l'assistenza ospedaliera.

Per quanto riguarda i Dipartimenti di Prevenzione, in particolare per le strutture Igiene Pubblica questo si è tradotto in pesantissimi tagli di personale ottenuti bloccando il turnover da almeno un decennio.

I nostri servizi avevano gravi difficoltà di rispondere almeno ai compiti istituzionali obbligatori, già in situazione di "normalità".
I mancati tracciamenti da parte di strutture di Prevenzione oramai inesistenti in alcune regioni italiane hanno pesantemente e negativamente influito sulla diffusione della pandemia, o almeno sulla velocità della diffusione stessa.

E' facile comprendere che in situazione gravemente emergenziale il personale è totalmente insufficiente a far fronte ai compiti minimi obbligatori; dovremmo essere almeno 4 volte quelli che siamo, questo per garantire un minimo di sufficienza; tornerò dopo sulla politica del personale.

Premesso questo, chi dirige le strutture si trova stretto in una morsa devastante in quanto: da un lato dobbiamo provare a far fronte almeno alle cose più urgenti e gravi, dall'altro tocchiamo con mano (essendo anche noi in prima linea) che il personale è stanchissimo, che non riusciamo a concedere i turni di riposo dovuti, che le ore lavorate in più sono tante, troppe; questa situazione insostenibile sta perdurando dalla fine di febbraio (quindi da più di 8 mesi), non essendoci stato, per ragioni che non posso dilungarmi ad illustrare, nessun beneficio sui nostri carichi di lavoro neppure nel breve periodo di calo dei contagi. Le ferie sono state ridotte al minimo, negate; i giorni lavorati consecutivamente senza stacco dalle persone hanno raggiunto cifre con doppio zero.

Fatta questa premessa circa il ritmo insostenibile del lavoro, considerato che dai nostri sistemi escono giornalmente migliaia di documenti, moltissimi dei quali a firma mia, credo che sia in grado da solo di darsi una risposta ai punti 1) e 2) della sua apprezzabile e condivisibile comunicazione (lo scrivo con il massimo del rispetto e della sincerità).

E vengo allo specifico dei casi scolastici.
L'inizio dell'anno scolastico e le problematiche legate ai casi in alunni e docenti ha rappresentato per noi un aumento dei carichi di lavoro che non aveva, visibilmente ed incontestabilmente per chiunque, possibilità di essere effettuato, specialmente nello stesso momento nel quale la pandemia ha cominciato a produrre numeri di positività importantissimi.

Per provare a fronteggiare l'emergenza, ed anche per novellare e rappresentare all'opinione pubblica che "qualcuno" stava assumendo decisioni importanti e risolutive sono stati contrattualizzati in emergenza , per tutta la ASL TC (province di Firenze - Prato - Pistoia corrispondenti ad un numero di plessi scolastici imprecisato anche per le istituzioni, ma comunque oltre 1500) circa 40 (al momento) cosiddetti "medici scolastici"; si tratta di colleghi fortunatamente giovani e volenterosi, che sono entrati in servizio a partire dalla metà del mese di ottobre, totalmente e comprensibilmente "digiuni" del lavoro da svolgere, che hanno necessitato di formazione specifica; solo da poco tempo cominciamo a vedere il risultato della loro opera in aiuto a noi. Al momento il contratto con rapporto libero professionale di tali colleghi scadrà il 31/12 del corrente anno. Siccome dal tenore della sua mail si comprendere di avere a che fare con persona colta ed intelligente, credo di poter tranquillamente omettere ulteriori considerazioni sul punto.

Vengo al punto 4) della sua mail: avendo compreso già alla partenza dell'anno scolastico che una risposta tempestiva da parte nostra non sarebbe stata sempre possibile, abbiamo intrapreso alcune iniziative tendenti ad ottener il risultato che giustamente lei ha individuato, ovvero, alla notizia di un caso di positività nella classe, interrompere prudenzialmente la frequenza già dal giorno successivo alla comunicazione, in attesa di conferma ed emanazione di atti formali da parte nostra.
Abbiamo avanzato tale proposta alla regione Toscana, che ha condiviso con Ufficio Scolastico Regionale, abbiamo portato tale proposta al tavolo regionale ANCI, è stata illustrata in varie conferenze dei Sindaci; tutti d'accordo, ma il risultato è stato che nessuno evidentemente si è preso la responsabilità di "diramare" tale comunicazione.

Trovandoci in gravissima difficoltà lo abbiamo fatto direttamente noi, quasi "porta a porta" presso di Dirigenti Scolastici. Qualcuno ha compreso le nostre difficoltà (e credo secondo me anche i rischi conseguenti alle proprie scuole) e si è comportato in tal senso ed altri invece non hanno ritenuto di accogliere quello che era solamente un nostro "invito", e di più non poteva essere.

Circa le preoccupazioni circa la rilevanza penale delle nostre inadempienze, le assicuro che non mi fanno dormire la notte e questo ovviamente non giova né alla mia salute personale e neppure alle mie performance lavorative.

Una ultima precisazione: emaniamo gli atti di quarantena, talvolta consapevolmente in ritardo, perché necessari a molte persone ai fini certificativi INPS ed ai fini dell'ottenimento dei benefici previsti per le quarantene dei bambini fino a 14 anni.

Comunque da stamani ho deciso di sospendere l'invio delle quarantene già scadute o al termine; i dispositivi verranno inviati a chi ne farà richiesta (soluzione per noi di maggior complessità di elaborazione).

Pur consapevole di non avere esaurientemente risposto ai suoi quesiti, termino qui la mia risposta. La ennesima domenica di lavoro si prevede ancora lunga.
La saluto cordialmente.



Dott. Giorgio Garofalo
Direttore area Igiene Pubblica e Nutrizione
Direttore UFC Igiene e Sanità Pubblica Firenze
AUSL TOSCANA CENTRO >>



1 commento:

  1. No, mi dispiace non mi basta. Tutto ciò che il “Sig.”Garofalo ha scritto è noto, arcinoto e risaputo, e non può costituire giustificazione del fatto gravissimo accaduto. E sai perchè? Secondo il mio modo di pensare e di essere, se "nessuno evidentemente si è preso la responsabilità di "diramare" la comunicazione" dell'Ufficio da lui diretto, cosa che con i mezzi informatici dell'USR sarebbe stata facilissima, anziché procedere con inviti "porta a porta", soluzione quasi ridicola e priva di effetti di legge, avrebbe dovuto quanto meno scrivere alle istituzioni preposte, avvisando che la mancata adempienza di norme volte alla tutela della salute pubblica (reato penale) avrebbe potuto comportare la sacrosanta denuncia del caso.

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