E' domenica, ora di pranzo - il 15 scorso, ore 13:03. Il Dr. Giorgio Garofalo, Direttore dell'USC Igiene e Sanità Pubblica di Firenze, è in ufficio al suo posto di battaglia. Clicca Invio: ha appena finito di scrivere la sua lunga e dettagliata risposta alla mia lettera del giorno prima sulle falle nel tracciamento del Covid nelle scuole.
Riporto qui sotto per intero il suo messaggio piuttosto drammatico.
Antefatto: le prescrizioni di quarantena per le classi con casi Covid in quel di Firenze arrivano di norma con formidabili ritardi, causando un pericolosissimo prolungamento del contatto fra allievi e professori. Non di rado, come nel caso di mia figlia, a quarantena già scaduta.
I punti salienti di Garofalo: i tagli alla Sanità scatenati negli ultimi vent'anni hanno colpito particolarmente i servizi al territorio e i Dipartimenti di Prevenzione. Il turnover bloccato da almeno un decennio ha prodotto una pesantissima contrazione del personale. Nonostante una turnazione massacrante, non si riesce a far fronte al minimo indispensabile. I mancati tracciamenti hanno influito pesantemente sulla diffusione dell'epidemia. Si è tentato di far fronte all'emergenza assumendo a termine i cosiddetti “medici scolastici”. Nella ASL Toscana Centro sono circa uno ogni 40 plessi. Ma disporre in tempo tutte le quarantene resta impossibile per la ASL. Che pertanto ha proposto che le scuole interrompano subito la frequenza di una classe alla prima notizia di un caso positivo al suo interno. Senza attendere le prescrizioni di legge da parte dell'Ufficio di Igiene. Troppo buon senso. La proposta non ha avuto corso e solo alcune scuole la stanno applicando.
Così i nostri figli restano esposti per giorni e giorni al rischio di contagio e i loro nonni rischiano la vita. Ecco la denuncia di Garofalo:
<< Buongiorno sig. Cacopardo,
volentieri rispondo alla sua mail, in quanto credo di aver compreso
lo spirito con il quale ha scritto le sue osservazioni.
Come
lei stesso ha sottolineato siamo di fronte ad una emergenza
pandemica; aggiungo io, come non si vedeva da oltre un secolo.
Credo
opportuna una brevissima digressione (scevra da qualsivoglia
polemica) circa le condizioni del Servizio Sanitario Pubblico, con
particolare riferimento ai Dipartimenti di Prevenzione,
considerazioni che comunque possono essere estese a buona parte della
medicina del Territorio. Le scelte di politica sanitaria (più o meno
comuni a tutte le regioni di Italia) improntate almeno negli ultimi
20 anni al risparmio ed ai tagli (alias "razionalizzazioni"),
hanno pesantemente inciso sulla realtà dei servizi e, come
comprensibile, i tagli sono stati fatti principalmente dove "sanguina
meno", ovvero principalmente sul territorio, cercando ( ma non
riuscendo) di salvaguardare per quanto possibile l'assistenza
ospedaliera.
Per quanto riguarda i Dipartimenti di Prevenzione, in particolare per le strutture Igiene Pubblica questo si è tradotto in pesantissimi tagli di personale ottenuti bloccando il turnover da almeno un decennio.
I nostri servizi avevano gravi
difficoltà di rispondere almeno ai compiti istituzionali
obbligatori, già in situazione di "normalità".
I
mancati tracciamenti da parte di strutture di Prevenzione oramai
inesistenti in alcune regioni italiane hanno pesantemente e
negativamente influito sulla diffusione della pandemia, o almeno
sulla velocità della diffusione stessa.
E' facile comprendere
che in situazione gravemente emergenziale il personale è
totalmente insufficiente a far fronte ai compiti minimi obbligatori;
dovremmo essere almeno 4 volte quelli che siamo, questo per
garantire un minimo di sufficienza; tornerò dopo sulla politica del
personale.
Premesso questo, chi dirige le strutture si trova
stretto in una morsa devastante in quanto: da un lato dobbiamo
provare a far fronte almeno alle cose più urgenti e gravi,
dall'altro tocchiamo con mano (essendo anche noi in prima linea) che
il personale è stanchissimo, che non riusciamo a concedere i
turni di riposo dovuti, che le ore lavorate in più sono tante,
troppe; questa situazione insostenibile sta perdurando dalla fine di
febbraio (quindi da più di 8 mesi), non essendoci stato, per ragioni
che non posso dilungarmi ad illustrare, nessun beneficio sui nostri
carichi di lavoro neppure nel breve periodo di calo dei contagi. Le
ferie sono state ridotte al minimo, negate; i giorni lavorati
consecutivamente senza stacco dalle persone hanno raggiunto cifre con
doppio zero.
Fatta questa premessa circa il ritmo
insostenibile del lavoro, considerato che dai nostri sistemi escono
giornalmente migliaia di documenti, moltissimi
dei quali a firma mia, credo che sia in grado da solo di darsi una
risposta ai punti 1) e 2) della sua apprezzabile e condivisibile
comunicazione (lo scrivo con il massimo del rispetto e della
sincerità).
E vengo allo specifico dei casi
scolastici.
L'inizio dell'anno scolastico e le problematiche
legate ai casi in alunni e docenti ha rappresentato per noi un
aumento dei carichi di lavoro che non aveva, visibilmente ed
incontestabilmente per chiunque, possibilità di essere effettuato,
specialmente nello stesso momento nel quale la pandemia ha cominciato
a produrre numeri di positività importantissimi.
Per provare
a fronteggiare l'emergenza, ed anche per novellare e rappresentare
all'opinione pubblica che "qualcuno" stava assumendo
decisioni importanti e risolutive sono stati contrattualizzati in
emergenza , per tutta la ASL TC (province di Firenze - Prato -
Pistoia corrispondenti ad un numero di plessi scolastici imprecisato
anche per le istituzioni, ma comunque oltre
1500) circa 40 (al
momento) cosiddetti "medici scolastici"; si tratta di
colleghi fortunatamente giovani e volenterosi, che sono entrati in
servizio a partire dalla metà del mese di ottobre, totalmente e
comprensibilmente "digiuni" del lavoro da svolgere, che
hanno necessitato di formazione specifica; solo da poco tempo
cominciamo a vedere il risultato della loro opera in aiuto a noi. Al
momento il contratto con rapporto libero professionale di tali
colleghi scadrà il 31/12 del corrente anno. Siccome dal tenore della
sua mail si comprendere di avere a che fare con persona colta ed
intelligente, credo di poter tranquillamente omettere ulteriori
considerazioni sul punto.
Vengo al punto 4) della sua mail:
avendo compreso già alla partenza dell'anno scolastico che una
risposta tempestiva da parte nostra non sarebbe stata sempre
possibile, abbiamo intrapreso alcune iniziative tendenti ad ottener
il risultato che giustamente lei ha individuato, ovvero, alla
notizia di un caso di positività nella classe, interrompere
prudenzialmente la frequenza già dal giorno successivo alla
comunicazione, in attesa di conferma ed emanazione di atti
formali da parte nostra.
Abbiamo avanzato tale proposta alla
regione Toscana, che ha condiviso con Ufficio Scolastico Regionale,
abbiamo portato tale proposta al tavolo regionale ANCI, è stata
illustrata in varie conferenze dei Sindaci; tutti d'accordo, ma
il risultato è stato che nessuno evidentemente si è preso la
responsabilità di "diramare" tale comunicazione.
Trovandoci in gravissima difficoltà lo
abbiamo fatto direttamente noi, quasi "porta a porta"
presso di Dirigenti Scolastici. Qualcuno ha compreso le nostre
difficoltà (e credo secondo me anche i rischi conseguenti alle
proprie scuole) e si è comportato in tal senso ed altri invece non
hanno ritenuto di accogliere quello che era solamente un nostro
"invito", e di più non poteva essere.
Circa le
preoccupazioni circa la rilevanza penale delle nostre inadempienze,
le assicuro che non mi fanno dormire la notte e questo ovviamente non
giova né alla mia salute personale e neppure alle mie performance
lavorative.
Una ultima precisazione: emaniamo gli atti di
quarantena, talvolta consapevolmente in ritardo, perché necessari a
molte persone ai fini certificativi INPS ed ai fini dell'ottenimento
dei benefici previsti per le quarantene dei bambini fino a 14
anni.
Comunque da stamani ho deciso di sospendere l'invio
delle quarantene già scadute o al termine; i dispositivi verranno
inviati a chi ne farà richiesta (soluzione per noi di maggior
complessità di elaborazione).
Pur consapevole di non avere
esaurientemente risposto ai suoi quesiti, termino qui la mia
risposta. La ennesima domenica di lavoro si prevede ancora lunga.
La
saluto cordialmente.
Dott. Giorgio Garofalo Direttore area Igiene Pubblica e Nutrizione Direttore UFC Igiene e Sanità Pubblica Firenze AUSL TOSCANA CENTRO >>
No, mi dispiace non mi basta. Tutto ciò che il “Sig.”Garofalo ha scritto è noto, arcinoto e risaputo, e non può costituire giustificazione del fatto gravissimo accaduto. E sai perchè? Secondo il mio modo di pensare e di essere, se "nessuno evidentemente si è preso la responsabilità di "diramare" la comunicazione" dell'Ufficio da lui diretto, cosa che con i mezzi informatici dell'USR sarebbe stata facilissima, anziché procedere con inviti "porta a porta", soluzione quasi ridicola e priva di effetti di legge, avrebbe dovuto quanto meno scrivere alle istituzioni preposte, avvisando che la mancata adempienza di norme volte alla tutela della salute pubblica (reato penale) avrebbe potuto comportare la sacrosanta denuncia del caso.
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