Le
elezioni del 25 maggio sono andate piuttosto male in Europa. Ma in Italia sono andate più che bene. Per molte ragioni.
Secondo
elemento, in ordine d'importanza, il successo di Renzi, con quello
spettacolare, imprevedibile 40,81%. Non saremo certo noi ad
inneggiare al grande sindaco d'Italia adesso che è baciato dalla
consacrazione delle urne. Siamo pienamente consapevoli dei pericoli
che questa sua vittoria può comportare: pericoli di deriva
costituzionale in direzione del premierato forte; pericolo di
occupazione del potere e soppressione delle minoranze nel partito,
nelle amministrazioni e soprattutto nei media; pericolo di politiche
economiche e sociali che siano davvero proprio quello che avrebbe
fatto Berlusconi; pericolo di scelte geopolitiche supinamente
asservite agli americani. Allo stesso tempo è vero che non se ne può
più di vedere un Pd perennemente condizionato dalla destra: c'è il
caso che una vittoria come questa metta fine finalmente a questo
incubo. Renzi non è un uomo di sinistra, ma rappresenta almeno un
centro normale, tutt'altra cosa che Berlusconi. L'uomo ha dimostrato
in tutti i modi di possedere un'immensa furbizia, qualità che può
dare pessimi frutti, ma anche, se del caso, frutti buoni. Qualcosa di
buono ha già fatto, per esempio i famosi ottanta euro che, per la
prima volta da decenni, sono un passo in direzione del riequilibrio
del livello scandaloso dei salari di fascia inferiore. Il prossimo
passo sarebbe far pagare un altro aumento ai profitti, anziché alle
tasche dello stato: ma per vedere un passo simile ci sarà certamente
da aspettare. Aspettiamo: Renzi è in condizione di fare molto danno,
ma anche, e ci vuol poco, di fare qualcosa di meglio di quanto
avrebbe fatto D'Alema. Staremo a vedere.
Terzo
elemento di soddisfazione: col suo 4,03%, per un soffio ha passato la
soglia la Lista Tsipras per un'Altra Europa. Considerato che, grazie
al ferreo boicottaggio dei media, la grande maggioranza degli
elettori non sapeva nemmeno che esistesse, si può considerare un
gran successo. Le liste erano piuttosto buone, con parecchie persone
rispettabili. Il problema di questa aggregazione, dal mio punto di
vista, è che sono tanti fra i suoi sostenitori ad avere ancora
quella mentalità vetero-marxista di cui da un pezzo mi sono stufato.
Come ho più volte sostenuto in questo blog, la sinistra ha bisogno
di una nuova visione che sostituisca radicalmente il marxismo, non
che lo aggiusti, lo adatti, lo rattoppi. Se Marx vivesse oggi,
certamente marxista non sarebbe. Il mio sogno è vedere nascere una
nuova aggregazione che sia portatrice di un pensiero nuovo, che sia
autenticamente di sinistra, che sia coerente e solido come lo fu il
marxismo, ma che, superando per sempre il conflittualismo,
l'economicismo e il rancore che segnarono il vecchio comunismo,
rifiutando radicalmente la violenza e l'odio, sappia guidare il
ventunesimo secolo verso la piena realizzazione del sogno di
uguaglianza, fratellanza e libertà che fu alla base della democrazia
moderna. Per adesso questa forza non la vedo. Ma perché questa forza
possa nascere, bisogna che ci sia un punto di riferimento collocato
alla sinistra del Pd. E questo risultato si è ottenuto.
Quarto
elemento positivo: il 21,16 per cento di Beppe Grillo si può
considerare una catastrofe solo se si è talmente stolidi da credere
davvero che una forza simile possa mai governare da sola. Se Grillo
avesse avuto questo risultato alle ultime elezioni, sarebbe stato
comunque un exploit formidabile. Io considero il successo di Grillo
la prova che la democrazia funziona, alla faccia di chi la dà per
morta. Che in barba al condizionamento dei media, in barba alle
manipolazioni del potere, in barba alle furbizie delle leggi
elettorali, una forza come questa abbia potuto superare Berlusconi è
qualcosa che intensamente mi consola. Il guaio è che Grillo ha
buttato al vento l'occasione formidabile che ha avuto di dare
all'Italia un presidente migliore e un governo più limpido e pulito.
Il guaio è che le sue idee sono confuse e ottenebrate dall'ira forse
ancor più dei pensieri di chi lo vota. Ma che, con tutte le fesserie
che ha detto e fatto, abbia perso soltanto un quattro per cento, si
deve considerare un secondo miracolo. Il lato positivo è che c'è
qualche speranza che questo mezzo scacco lo induca a ripensare le sue
scelte e a rassegnarsi alla democrazia, magari dopo aver capito che
cos'è. Che esistano i grillini non è un danno, costringono il
potere a stare in guardia. Speriamo solo che si ravvedano. Potrebbero
dare un contributo grande a quella forza placida che ho detto,.
Quinto
elemento di soddisfazione: La Russa non passa la soglia, Alfano sì.
Bisogna che a destra ci sia qualcuno che vada a ereditare i seggi di
Berlusconi. La giacca vuota del vuoto Angiolino è meno nociva di
quella imbottita di cattiveria del tristo La Russa. Dall'alto del suo
4,38 per cento, Alfano, per adesso non potrà nuocere tanto, mentre
Ignazio col suo tre e sessantasei, farà a meno di turbare l'assise
di Strasburgo con l'incubo del suo ghigno satanico, sia pure per
interposta persona.
E
infine, l'unico elemento che disturba: il 6,16% della Lega. Insieme
al satanico siculo, la Lega è il peggior concentrato di cattiveria
fra le forze politiche italiane. Che si sia salvata dalla frana del
dopo Bossi prospettando alleanze coi fascisti oltralpini e
vaneggiando sul futuro dell'Europa non è cosa che ci possa
rallegrare. Ma un quasi dieci per cento di cattiveria è qualcosa da
mettere in conto perfino nelle migliori famiglie. E poi sugli
elettori della Lega qualche cosa di buono si può dire: sono tutti
dei gran bravi lavoratori.
[tags: elezioni europee del 25 maggio 2014, analisi dei risultati, commento ai risultati]
ciao prof, lo guardi la prego. Questa roba nessuno la fa' vedere a scuola perchè? https://youtu.be/9u2Vs1uQ-Xo
RispondiEliminahttps://youtu.be/9u2Vs1uQ-Xo
RispondiEliminaLo guardi per favore
Lo faccia vedere a scuola professo'
Visto: be', alcune di queste cose sono quelle che ho sempre insegnato, no? E le ho insegnate perché sono vere, non sono mie opinioni. Poi lì ci sono le opinioni di Grillo, qualcuna anche sensata: per esempio, sì, la moneta la dovrebbe creare lo stato, non una banda privata.
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