Margaret Thatcher se n’è andata a 87 anni, dopo una lunga
malattia simile all’alzheimer, che l’aveva afflitta da oltre dieci anni
erodendo a poco a poco il suo cervello. Ha finito la sua vita in una suite dell’Hotel
Ritz a Piccadilly, immersa in un’inutile lusso. Perfetto emblema di quel
principio che aveva legittimato e difeso con tutte le forze nella sua
tenacissima battaglia politica:
tutto il
potere ai soldi, ecco come si può riassumere l’ideale di questa signora.
Raramente una donna ha fatto tanto danno nella storia dell’umanità.
Chi ha scritto che Thatcher non aveva un’ideologia, ha detto una colossale
fesseria. Thatcher era accecata dall’ideologia. Insieme a Ronald Reagan,
nessuno ha fatto di più per ottenebrare il mondo intero nella nebbia di una
dottrina travestita da scienza, che ha aggredito al cuore l’ideale di
eguaglianza, ha privato le classi medie di quella serenità economica e sociale che
aveva accompagnato fino ad allora la crescita della loro prosperità, ha
defraudato i cittadini della loro ricchezza collettiva con la sua tempesta di
privatizzazioni, ha concentrato nelle mani di pochi un patrimonio e un potere
senza precedenti, ha edificato con implacabile lucidità un’architettura dei
mercati finanziari che ha gonfiato spaventosamente la rendita e messo alle
corde l’economia reale dell’Occidente, ha deturpato il volto del capitalismo fino
a renderlo una grottesca caricatura di se stesso e, in fin dei conti, ha costruito
pietra su pietra tutte le condizioni che ci hanno portato alla crisi che stiamo
vivendo.
Thatcher salvò l’Inghilterra, ha detto Cameron. Non è sui
discutibili risultati immediati dei suoi undici anni al potere che si può
misurare il demerito o il merito di una battaglia politica che ha generato così
profonde trasformazioni. E’ alle sue conseguenze di lungo periodo che invece
bisogna guardare.
Chi adesso ha perduto il lavoro, chi guadagna stipendi da
fame, chi paga la benzina cifre assurde, chi non sa come salvare i suoi risparmi
dai pericoli che li minacciano, chi non ha la certezza di un impiego sicuro, chi
è più povero dei suoi genitori, chi non sa se vedrà mai una pensione, chi
piange un amico o un parente che si è ucciso perché non poteva pagare l’affitto,
può ringraziare tanti alfieri di quella disgraziata ideologia, tanti incapaci
che l’hanno applicata abusando del loro potere: ma non dimentichi di ringraziare
Margaret Thatcher, la signora che ha fatto così tanto perché tutto questo
diventasse possibile. C’è da augurarsi che le generazioni future conservino di
lei la memoria che si merita. Fu la donna che strinse la mano a Pinochet, che
difese Berlusconi contro i giudici, che chiamò terrorista Mandela.
Oggi Thatcher varca la soglia dell’Ade dopo la sua triste e
lunga agonia. Non sappiamo se di là dal muro d’ombra troverà misericordia, dannazione
o perfetto e assoluto silenzio. Ma sappiamo che da tempo è cominciata l’auspicabile
agonia della sua idea. Speriamo che duri meno della sua.
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