martedì 3 maggio 2011

Il generale Charles Bouchard si rende degno della maledizione di Dante Alighieri

La sera di sabato scorso, una bomba alleata ha colpito una casa di Tripoli nella quale si trovava Gheddafi insieme a molti membri della sua famiglia. Il colonnello è rimasto incolume, ma sono morti il suo sesto figlio Saif al-Arab e tre suoi nipotini, che avevano tutti meno di tre anni: Saif, figlio di Mohammad, il primogenito del Qaid, aveva due anni; Carthage, figlia di Hannibal, aveva due anni anche lei; Mastoura, figlia di Aisha, aveva soltanto quattro mesi.
Il generale Charles Bouchard, comandante dell’operazione Unified Protector, che ha il mandato di proteggere i civili, ha avuto la faccia tosta di dichiarare che non intendevano uccidere Gheddafi, cosa che solo un imbecille potrebbe credere, dato che questo è il terzo tentativo di farlo fuori. Ha detto: “Ci rammarichiamo di ogni perdita di vita umana, particolarmente quella di civili innocenti”. Già. E’ stato un errore. Per errore è stata commessa quella che nel diritto italiano si chiamerebbe, nel migliore dei casi, strage colposa. Una strage di bambini appena nati. Il generale si rammarica di aver commesso un atto che gli meriterebbe l’ergastolo. Ma lui lo ha commesso nel nobile intento di salvare civili innocenti. Nel nobile intento di salvare civili innocenti, lui ha ordinato di lanciare una bomba su Gheddafi, sapendo benissimo che la sua bomba intelligentissima, tanto intelligente che ha quasi colpito il segno, rischiava di fare una strage di innocenti. Non è vero che non esistono bombe intelligenti. Sono gli uomini che le comandano che hanno un cuore di ghiaccio.
Con l’omicidio di Saif, figlio di Mohammad, di Carthage, figlia di Hannibal, e di Mastoura, figlia di Aisha, che aveva soltanto quattro mesi, il generale Charles Bouchard si rende degno della maledizione di Dante Alighieri:

Ahi, Pisa, vituperio delle genti
del bel paese là dove il sì suona,
se i tuoi vicini a te punir son lenti

muovansi la Capraia e la Gorgona
e faccian siepe ad Arno in su la foce
sì ch’elli anneghi in te ogni persona!

Che se il conte Ugolino aveva voce
d’aver tradito te de le castella
non dovei tu i figliuoi porre a tal croce!

Innocenti facea l’età novella,
novella Tebe, Uguccione e il Brigata
e gli altri due che il canto suso appella.

1 commento:

  1. sono d'accordo e proprio qualche giorno fa, ricordavo questi versi profetici del sommo poeta...

    Ahi serva Italia, di dolore ostello,
    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di provincie, ma bordello!

    Pur tuttavia, visto che la storia è anche storia di violenze, di ogni genere e tipologia, ma soprattutto di violenze contro e sulla pelle degli innocenti, donne e bambini in primis, mi chiedo :
    può esistere una dinamica sociale, un processo storico che non ricorra a ciò che da sempre (ti ricordi 2001 Odissea nello spazio? ... cinema Golden) ha caratterizzato il cambiamento ed il percorso dell'uomo?

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