giovedì 28 aprile 2011

Referendum del 12 giugno: quello che conta non è il quorum

Ore 16.30 del 12 giugno 2011: E' in corso un altro miracolo! Vedi qui i dati di affluenza parziale a tutti i precedenti referendum. 
E qui il commento ai risultati

Apprezzo molto i grandi sforzi di quanti si stanno dando da fare fin d'ora, con e-mail, Facebook e quant'altro, per reclutare votanti e raggiungere il quorum ai referendum del 12 giugno.
Ritengo tuttavia che sia stata una mossa molto avventata promuovere queste consultazioni. Perché, se il quorum non sarà raggiunto, la destra farà di tutto per inneggiare all'ennesima vittoria di Silvio Berlusconi. Per farci credere che "gli italiani" non sono affatto contrari al legittimo impedimento, alla privatizzazione dell'acqua ed, eventualmente, al nucleare. Sarebbe un falso: ma è proprio puntando al quorum che si offre il destro a questo inganno.
Perché la verità è che, anche se la Cassazione annullasse lo scippo del referendum sul nucleare, raggiungere quell'obiettivo è cosa praticamente impossibile.
Il conto è presto fatto. Non si tratta soltanto di constatare che, da quando i contrari alle abrogazioni hanno deciso di astenersi, nessun referendum ha mai raggiunto il quorum. Il fatto è che di tutti i precedenti referendum, solo quelli in cui il sì ebbe oltre il 70% dei voti avrebbero raggiunto il quorum se i no si fossero astenuti.
Cosa dunque si può sperare nel nostro caso?
Dopo lo storico voto sul divorzio, lo scarto fra l'affluenza ai referendum e quella alle politiche immediatamente precedenti non è mai stato inferiore al 10%, con un picco del 30% nel 1995.
Poiché da dieci anni l'affluenza alle elezioni è stabile intorno all'81%, il massimo in assoluto che si potrebbe sperare se i no non si astenessero sarebbe un'affluenza del 71%.
Questo significa che per raggiungere il quorum, ogni 71 potenziali votanti, 50 dovrebbero essere per il sì. E' una percentuale, per l'appunto, del 70,4%.
E' pensabile che, con il condizionamento mediatico che abbiamo oggi in Italia, si possa avere un 70,4% di voti contrari a Berlusconi?
Mi auguro vivamente di essere smentito dai fatti, ma, ahimé, la battaglia per il quorum ha tutta l'aria di uno scontro coi mulini a vento. Piuttosto che scommettere tutto su un evento così improbabile, sarebbe assai più savio proclamare fin d'ora che quello che conta non è il raggiungimento del quorum, ma la percentuale dei sì su quel 71% di potenziali votanti, poiché questa è la verità dei fatti. Se i sì supereranno il 36% degli aventi diritto, vorrà dire che la maggioranza assoluta dei potenziali votanti è contraria al legittimo impedimento, contraria alla privatizzazione dell'acqua, contraria, eventualmente, al nucleare. Ossia che è contraria a Berlusconi. Non ci sarebbe da cantare vittoria?
Quel 36% è un obiettivo possibile, perché, come ho più volte argomentato in questo blog, la maggioranza dei votanti non è mai stata a favore di Berlusconi. Puntare tutto sul quorum, invece, è un errore mortale: significare dare a Berlusconi un vantaggio di 29 lunghezze, quel 29% di aventi diritto che non andrebbe comunque a votare.
E’ dunque urgente ed essenziale dichiarare fin d’ora che quello che conta non è il quorum, ma raggiungere quel 36%. Queste non sono alchimie matematiche: sono gli unici strumenti che abbiamo per interpretare la volontà popolare. Se i sì raggiungessero appena il 40% degli aventi diritto, questo equivarebbe pressappoco ad un 56% di voti avversi a Berlusconi alle elezioni politiche: il destino dell’amato cavaliere sarebbe già segnato. Ma la destra canterebbe vittoria lo stesso, se qualcuno non svela l’imbroglio.
Non diamoci la zappa sui piedi: facciamo a meno di sognare l’impossibile. Per cantare vittoria con ragione, quel 36% è sufficiente.

4 commenti:

  1. già già... la penso anche io così, a meno di sperare in un miracolo...e ormai il dado è tratto, santuzza mia pinsaci tu! ;-)

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  2. Quest ragionamento non sta in piedi , perche' purtroppo la vittoria che agogno si basa su due condizioni a) raggiungimento del quorum meta +1 e poi di questi dovrebbero votare si almeno la meta' +1 per essere in maggioranza. Non vedo come possa bastare un semplice 36% degli aventi diritto . Per nostra fortuna ultimamente sono successi 3 fatti positivi che nessuno si aspettava 1) In Sardegna ha votato il 57% degli aventi diritto e di questi iol 98% ha votato SI , per dire no al nucleare . Alle amministrative la destra ha avuto una batosta che io mi auuguravo , ma non cosi' clamorosa. La Cassazione ha dato via libera al questo sul nucleare, questo e' un forte incentivo su molte persone . Triste sarebbe stato se fossero riusciti a scippare i quesiti sul nucleare e sull'acqua, Ci saremnmo andati in pochi , solo perr abrogare il legittimo impedimento per avere la soddifazione di colpirlo nell'unica cosa che lo interessa . Per quello che mi riguarda io vado a votare quattri grossi si , pure se ho la febbre a 40 e sto motivando gli altri ad ad andare a votare. Buona giornata Pantalone

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  3. Ma se la Costituzione prevede il 50 % più 1 degli Aventi Diritto e tu credi che il Quorum sia pressochè impossibile da raggiungere perchè non ti batti per cambiare questo articolo? Tra l' altro i Partiti propensi al No hanno dato libertà di Voto e non hanno dato indicazione di non andare a votare!

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  4. Csro Pantalone, credevo fosse chiaro che anch'io sarei molto contento se il quorum fosse raggiunto e dunque vincessero i sì, ma non vedo come questo dimostri che il mio ragionamento non sta in piedi. Anch'io ho molto apprezzato i tre fatti positivi che elenchi. Ma quanto al risultato sardo, ti rammento che lì il referendum era agganciato alle amministrative, cosa che fa parecchia differenza: non per nulla ci si era battuti tanto, purtroppo invano, perché lo fosse anche quello nazionale. La pronuncia di Cassazione ha certamente aumentato le chances di raggiungere il quorum, ma purtroppo non ne dà la certezza. Mi sembra che ultimamente tutti gli analisti competenti, nonostante questi segni positivi, concordino che l'obiettivo resta molto duro da raggiungere. Ciò non significa che non si debba fare tutto il possibile per centrarlo, anzi. Quello che sostenevo e sostengo è che se anche non fosse raggiunto, superare quel 36% sarebbe comunque un risultato altamente positivo. Quel che temevo soprattutto è che un'eventuale mancanza del quorum fosse gabellata dalla destra come una vittoria del governo. Per fortuna le ultime prese di posizione di Berlusconi sembrano allontanare questo pericolo: avendo dichiarato che il voto non incide sul governo, sarà difficile poi strumentalizzarlo a suo favore. Quanto al grandioso risultato delle amministrative, sono convintissimo che rappresenti una svolta epocale. A quanto pare, i miracoli sono possibili, dunque il miracolo del quorum è oggi un po' meno improbabile che l'altro ieri, anche per via del mancato invito all'astensione ricordato da Tommaso. Ma sempre di miracolo si tratta.
    Quanto all'osservazione di Tommaso, sfonda una porta aperta: sostengo da anni, che l'art. 75 andrebbe cambiato per sopprimere il quorum, la cui illogicità è indicata dallo stesso art. 138, che non lo prevede per il referendum costituzionale. Il quorum è altamente iniquo perché dà un formidabile vantaggio ai contrari all'abrogazione, che possono sommare i loro numeri a quelli degli inevitabili astenuti.
    E' uno dei tanti aggiustamenti costituzionali che, a mio parere, sarebbero urgenti e opportuni.
    In conclusione, comunque, ribadisco che spero vivamente che il mio pessimismo della ragione sia clamorosamente smentito dai fatti. Abbiamo visto che i miracoli sono possibili: dunque diamoci da fare e forza Pantalone!

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