mercoledì 18 gennaio 2012

Un segreto silenzio simmetrico e una faccia di bronzo geometrica.

Apprendiamo ieri improvvisamente dal Financial Times che Monti ha fatto sapere che lui, Merkel e Sarkozy “si sono accordati per un ‘silenzio simmetrico’ nei confronti della BCE”, anche se, secondo il quotidiano britannico, “molti analisti sono convinti che se la Banca centrale europea procedesse a massicci acquisti di titoli di stato (un’altra misura a cui Berlino si oppone), i tassi d’interesse sul debito pubblico italiano potrebbero scendere sensibilmente” (Il Sole 24 ore, 17.1.12, p. 3).

Non possiamo sapere quali siano le esatte, segrete ragioni di questo “silenzio simmetrico”. Ma poiché questo blog è notoriamente fra i pochi che si rifiutano di aderirvi, non si fa scrupolo di dire a chiare lettere che Mario Draghi ha dimostrato davvero una geometrica faccia di bronzo quando l’altro ieri al Parlamento europeo ha fatto due cose: 1) ha dichiarato, senza fornire alcun nuovo elemento, che la situazione è “molto grave”, sapendo benissimo che così facendo è lui stesso che la rende grave agli occhi dei Mercati, dai quali dipende il tasso d’interesse sul debito, che è ciò che rende grave la situazione; 2) ha indicato le vie d’uscita dalla crisi nell’insensatissimo fondo salva-stati, nelle eterne politiche di “rigore” e nel mitico fantasma della crescita, sapendo benissimo che la vera via d’uscita dipende solo da lui, ed è in quei “massicci acquisti” a cui, guarda caso, pensano quei tanti analisti e che lui caparbiamente rifiuta.
Ancora una volta, Draghi ha detto esattamente ciò che vorrebbe sentirgli dire chiunque miri alla rovina dell’Italia e al crollo dell’euro. Grave non è “la situazione”. E’ grave, anzi gravissima, la responsabilità di questa faccia di bronzo.
Così come è grave, anzi gravissima, la responsabilità di Angela Merkel, il cui alto consigliere Wolfgang Franz ieri ha ribadito a chiare note che non sarà modificata in alcun modo la disastrosa linea di "fermezza" seguita finora dalla Germania. L'Italia "deve fare da sola". E noi ribadiamo: se arriverà il tracollo dell'Italia, che si sappia chi dobbiamo ringraziare.


4 commenti:

  1. Ergo, l'unica via di uscita da questo marasma potra delinearsi da un'iniziativa politica di dimensioni molto molto estese che non potrà partire solo a livello nazionale. Dovrà partire dal Parlamento europeo (per quei pochi poteri di cui è detentore) e vedere in prima fila le forze della sinistra europea, in prima fila il Pse, che finora è rimasto in silenzio. Mi par di capire che i socialdemocratici tedeschi, che hanno buone possibilità di vincere le prossime elezioni, non sono affatto allineati sulla Merkel su queste questioni. Lo stesso si potrebbe dire per i socialisti in Francia. Del resto, se una vigorosa iniziativa non verrà da queste forze (compreso il Pd nostrano), non vedo quali soggetti potrebbero sostituirle

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    1. Davvero si può riporre ancora qualche seria fiducia nel parlamento europeo, in un'idea di Europa che esiste solo negli slogan e nelle bandiere con non so più quante stelline gialle? Davvero non ci sono altre risposte possibili di fronte al dato di fatto che siamo da un bel pezzo nel pieno di un periodo storico nuovo e pericoloso, sottoposti a conglomerati di potere che sfuggono con tutta evidenza a qualsivoglia controllo democratico? Come non ammettere per prima cosa che siamo in una fase ormai avanzata dello sgretolamento della da sempre traballante coesione sociale e politica del cosiddetto Occidente, che sta sopravvivendo di formule di autopromozione svuotate di referente reale, tra invasioni neocoloniali e guerre economiche interne? Che cosa è oggi il Pse, che cosa è oggi il Pd, che cosa sono i socialdemocratici tedeschi? Come non preoccuparsi che in un paese come il nostro l'unico governo in grado di esercitare - e come! - un qualsiasi potere gestionale (un potere freddo, di tipo rettile) sia un governo non eletto? Non è forse il caso di iniziare a porsi con coraggio questo tipo di problemi, prima di invocare - per quanto generosamente - improbabili "vigorose iniziative"? Quale vigore, del resto? Quello di Floris e Crozza a Ballarò? Il vigore di Renzi e di Bersani? Di Veltroni e di D'Alema? Il "sobrio vigore" bancario del Professor Monti? O forse, per guardare al di là delle Alpi, il neo-futurismo ben poco à la page di Bernard-Henri Levy? Iniziamo a fare un po' di nomi, e vediamo se qualcuno ci può davvero credere. Il Pensiero Unico sta diventando il nostro pane quotidiano, non si vuole ammettere che ad essere entrato in crisi è proprio il ruolo da sempre autoproclamato dell'Occidente europeo come guida morale a livello globale: il Pd ascolti i congressi elettorali americani e russi, parli coi cinesi e con gli indiani, vada in gita a Dubai e a Karachi, si faccia due chiacchere con gli avventori dei bar di Istanbul e Tehran. Si accorga di che cosa resta, nel barbaro mondo di laggiù, dell'idea della civile Europa occidentale. È il caso di ammettere che i codici descrittivi e analitici di cui facciamo uso sono ormai decisamente inadeguati, e di provare a correre velocemente ai ripari. Il contemporaneo cosmopolita e l'anglobalizzazione ci stanno superando con un sorriso beffardo, lasciandoci alle nostre tronfie autocelebrazioni e alle inestinguibili guerre di successione tra Franchi ed Alemanni. Il Pd deve accorgersi che da tanto, ormai, non è più tempo di creativi restyling estetici alla Obama, ma di iniziare a provare dire la verità, a dire cioè semplicemente come stanno le cose. E se poi bisognerà fare buon viso a svariate cattive sorti almeno non sarà per sempre - come già è adesso - un orwelliano 1984.

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  3. Credo di aver dato una parziale risposta ad entrambi questi commenti con il post "Vendola, Hollande..." che ho pubblicato oggi. Resta da aggiungere che il Parlamento europeo ha già approvato diverse mozioni che attaccano alcuni nodi cruciali nell'architettura dei mercati finanziari, come quelle sulle vendite allo scoperto, sulle agenzie di rating o sui derivati, in particolare i famigerati CDS. Ma va ricordato che in questa strana Europa, il parlamento non ha nemmeno il potere di iniziativa, che è riservato alla Commissione. Il parlamento non può proporre leggi! Non è che non ci sia niente da cambiare, nell'assetto dell'Europa: c'è semmai da cambiare quasi tutto. Quanto al tramonto del "cosiddetto Occidente", questa forma della globalizzazione finanziaria è stata, ahimé, una costruzione dell'Occidente: se non si vuole vederla travolta da una terza guerra mondiale, è l'Occidente che dovrà rassegnarsi a smantellarla, possibilmente, una volta tanto, in accordo col resto del mondo, che ha già dato parecchi chiari segni di cominciare ad averne abbastanza.

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