sabato 23 ottobre 2010

Diversabili

Nella stessa intervista di cui parlo qui sotto, Vendola ha esordito con un discorso che non ho molto apprezzato, in cui parlava dei "diversabili". Politicamente corretto?
I "diversamente abili". Io ho una figlia disabile. Un'amatissima figlia disabile, che è anche diversamente abile, perché è capace di cose che non sono accessibili ai più. Del resto anch'io sono diversamente abile, per esempio so usare la motosega e la tastiera con quasi uguale familiarità. Anche Shakespeare era diversamente abile, mica tutti sanno usare le parole come lui. Ma quando dico che Maddalena è disabile, io non voglio parlare di questo, voglio parlare di una cosa seria, che desidero sia presa sul serio. Parlo delle cose che lei non sa fare: usare il coltello, allacciarsi le scarpe, disegnare un quadrato, conquistare un ragazzo, parlare. E' inutile fingere che queste siano diverse abilità: sono un dramma, un'assenza terribile, fanno parte dell'errore del creato. Esiste il Male. E' inutile chiamarlo il Diverbene. E' una menzogna. Non è con questo che lo redimiamo.

1 commento:

  1. Ricevo da Patrizia Lacerna:
    Ieri alla radio dicevano che un modo per dire super-gnocca potrebbe essere di dire diversamente racchia...!..Ah Ah Ah ...Invece a volte, come dici, questo 'diversamente' è un altro dei modi di oggi per nascondere i problemi seri, visto che la cultura a questo sembra tendere: se non si possono risolvere (o, meglio, se ci fa troppa fatica tentare di risolverli) allora facciamo come se i problemi non ci fossero! Et voilà

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